Avete mai sentito parlare dell’acquatrekking? Scopriamo di più su questo sport e sulle conseguenze che ha sull’ambiente.
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Il caldo estremo di questa estate sta portando gran parte dei turisti a preferire la montagna al mare, per via delle temperature minori presenti in alta quota.
Per quanto le basse temperature siano abbastanza piacevoli, Agosto rimane comunque un mese caldo, tanto da indurre la gente a cercare qualsiasi modo per rinfrescarsi, persino in montagna.
Ed è qui che entra in gioco il nuovo sport del momento. Si chiama acquatrekking e consiste nell’immergersi nelle acque di laghetti e torrenti di montagna.
Per quanto possa sembrare un gesto del tutto innocente nella sua ingenuità, in realtà le conseguenze sono ben diverse. Cerchiamo allora di capire quali sono le conseguenza dell’acquatrekking che si ripercuotono sull’ambiente.
Le conseguenze dell’acquatrekking sull’ambiente
Partiamo da un presupposto: i fiumi sono dei veri e propri ecosistemi regolati da un delicatissimo equilibrio che coinvolge flora e fauna.
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Immergendoci nelle acque fluviali di montagna andremmo a rompere questo equilibrio irreversibilmente. Gli escursionisti che vanno per i percorsi di montagna, infatti, sono generalmente cosparsi di crema protettiva contro i raggi del sole.
Immaginatevi ora che questi stessi escursionisti si immergano nell’acqua del suddetto fiume. Il velo di crema solare presente sulla pelle verrebbe disperso in tutta l’acqua del fiume, provocando seri danni alla flora e alla fauna che lo abitano.
Nelle creme solari sono infatti presenti sostanze nocive per gli animali come ad esempio il biossido di titanio, l’ossibenzone e l’ossido di zinco.
Tra queste sostanze, l’ossibenzone è la peggiore per via dei suoi effetti sull’ambiente. Si tratta infatti di una particolare tossina che causa l’infertilità in alcuni animali, portando nel lungo termine anche alla morte dell’animale.
Da considerare, poi, anche il calpestio delle rive di laghi e fiumi di montagna. Calpestando la riva si va ad intaccare l’equilibrio delle comunità biologiche del fiume, come quelle di pesci, anfibi e crostacei.
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Proprio per questo motivo, di recente la Delibera di Giunta Regione Emilia Romagna n. 709 del 09/05/2022 ha deciso che le acque superficiali della regione non saranno destinate per la balneazione.