Gli alberi sopravvissuti alla bomba atomica di Hiroshima sono chiamati Hibaku Jumoku, ovvero gli alberi sopravvissuti. In totale sono 170
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La città di Hiroshima è tristamente passata alla storia per essere stata bombardata dagli americani con la bomba atomica. Era la mattina del 6 agosto 1945 quando la città nipponica sparì in un fungo nucleare. Della città non rimase nulla. Solo radiazioni e fumo, tanto che il dottor Harold Jacobsen, scienziato del Manhattan Project, dichiarò al Washington Post che per i successivi 75 anni Hiroshima sarebbe stata priva di ogni forma di vita.
Ma la natura aveva piani differenti perché, durante nel corso della primavera successiva, tra le rovine iniziarono a crescere dei nuovi germogli. Un simbolo di speranza per i sopravvissuti che decisero di poter ricostruire la città. Da questi nacquero gli Hibaku Jumoku, ovvero gli “alberi sopravvissuti”. Ecco la loro incredibile storia.
Gli Hibaku Jumoku, simboli della rinascita di Hiroshima
Dopo 77 anni, Hiroshima è diventata una città moderna e verde. Da tutto il mondo arrivarono molti alberi che furono piantati nella città. Eppure una centinaia di alberi presenti ancora oggi erano presenti al momento dell’esplosione. E sebbene si fossero danneggiati sono riusciti a sopravvivere e a rinvigorirsi.
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Questi erano a circa 2 chilometri dall’epicentro dell’esplosione e sono stati consegnati alla storia come alberi sopravvissuti, Hibaku Jumoku, e ognuno di questi è identificato con una apposita targa.
A Hiroshima sono stati stimati circa 170 alberi appartenenti a 32 specie diversi. L’albero più vicino all’epicentro è un salice piangente che, dopo essere stato quasi annientato dalla bomba atomica e dalle sue radiazioni, è rinato dalle sue stesse radici.
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I semi di questi alberi sopravvissuti poi vengono condivisi dagli abitanti di Hiroshima e piantati non solo nel Sol Levante, ma anche in tutto il Mondo. Un modo per testimoniare e ricordare come dalla distruzione può nascere, proprio come una Fenice, una nuova vita.