L’intera ricchezza del pianeta è sempre più in mano a pochi, mentre aumenta la povertà tra la classe media: il report di World Inequality.
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World Inequality Report ha messo in luce, in questi giorni, il divario sempre più netto tra ricchi e poveri. Negli ultimi anni, infatti, i ricchi sono diventati sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri. A rimetterci, in mezzo a questa tagliola, è la classe media, che ha perduto potere di acquisto, avvicinandosi alla soglia della povertà. Un mondo sempre più disuguale, che sta pagando lo scotto di numerose politiche errate.
Secondo il report, soltanto il 10% della popolazione possiede il 76% della ricchezza totale, mentre il 90% della popolazione si deve dividere il 24% del reddito generale. Una disuguaglianza sociale che, tra le aree del pianeta, oscilla da continente a continente. L’Europa è il continente più equo, dove si nota un benessere medio in ogni Paese e una ricchezza che assorbe il 36%.
Se l’Europa è il continente con una media di ricchezza più equilibrata, ci sono Paesi in cui la disuguaglianza tra ricchi e poveri è altissima. Medio Oriente e Africa, ad esempio, mettono in luce questa discrepanza, con i ricchi che detengono circa due terzi della ricchezza totale.
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Nei Paesi del centro e del Sudamerica, invece, i ricchi assorbono più del 50% del reddito totale. In Brasile, ad esempio, una persona ricca guadagna circa 28-30 volte quello che guadagna una persona povera. In Francia, invece, una persona ricca guadagna “solo” 7 volte di più rispetto a un lavoratore che prende lo stipendio minimo.
Dunque, si nota un sproporzione enorme tra Paese e Paese. Sproporzioni che, negli ultimi due decenni, sono aumentate a dismisura ovunque. I redditi medi, anche nei paesi più ricchi, sono diminuiti, mentre sono cresciuti gli introiti delle persone facoltose. In particolare, a subire questa disuguaglianza sono soprattutto i Paesi più avanzati, nei quali la classe media si è impoverita gradualmente.
Oggi, famiglie di classe media, ma considerate sulla soglia di povertà, sono raddoppiate rispetto agli anni ’90. Significa che qualcosa non ha funzionato. Se i prezzi di qualsiasi prodotto sono aumentati nel tempo, gli stipendi non sono stati adeguati, e così il popolo ha perso gran parte del potere di acquisto.
Questo fenomeno indica Governi sempre più poveri rispetto al settore privato, che da solo assorbe gran parte della ricchezza dell’intero Paese. Questo processo transitorio di ricchezza è iniziato negli anni ’80, a causa dei processi di deregolamentazione e liberalizzazione.
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Lo squilibrio tra risorse del Governo e privati si è acuito proprio negli anni più recenti, e ciò rappresenta un grosso problema, perché, in questo modo, gli Stati avranno sempre meno potere per affrontare disuguaglianza sociale, emergenza climatica e ogni altro tipo di sfida.