A causa del forte caldo si possono sviluppare tantissimi incendi. Per salvare i cani, questi animali non potranno essere legati con la catena
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Il caldo è uno dei protagonisti, in negativo e in positivo, dell’estate. Se da un lato la calura estiva ci permette di goderci le ferie, dall’altro lato questo può diventare l’innesco di tantissimi incendi che invadono e distruggono case, campagne e, alle volte città. Ma tra le vittime che spesso passano inosservate ci sono i cani. E per salvarli è stato vietato di tenerli a catena.
Ad approvare questa ordinanza, che vieta di tenere i cani a catena, è stata la Regione Toscana. Giani, il Presidente della Regione, dagli uffici di via Cavour ha approvato il provvedimento fino al 30 settembre. L’idea è quella di salvare i cani dai possibili roghi che potrebbero formarsi, poi dal 1 ottobre, i padroni dei quadrupedi potranno tornare ad utilizzare questa terribile pratica.
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Il numero uno della Regione Toscana ha infatti stabilito che il rischio di incendio sussisterebbe fino al 30 settembre e, con l’arrivo di ottobre, gli abitanti della regione di Dante e da Vinci potranno nuovamente tenere il cane ancorato a cuna catena. Spesso, purtroppo, per tutto il resto della loro esistenza.
Per quanto, poi, questa ordinanza tende a salvaguardare gli animali da compagnia sembra essere un controsenso, perché poi tutto tornerà come prima costringendo tantissimi cani a rimanere attaccati a un a palo e a una catena. Nel comunicato di Giani non c’è nessun riferimento alla possibilità che, in futuro, questo divieto possa diventare da temporaneo a definitivo.
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E’ bene sottolineare, poi, che in Italia non è presente una normativa che vieti la detenzione dei cani a catena. Ogni regione, infatti, ha il proprio regolamento. Al momento delle venti regioni della Penisola solo Puglia, Lazio, Abbruzzo, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto hanno vietato il mantenimento dei cani a catena. Tenere l’animale poi in queste condizione è considerato maltrattamento quando la catena sia più corta di 4 metri, se poi il cane non può raggiungere le ciotole d’acqua e di cibo, se non ha un riparo e se non viene portato quotidianamente a passeggio