In un periodo come quello corrente, del declino distopico di un mondo in rovina, la plastica gioca di certo un ruolo fondamentalmente nocivo. Forse c’è una soluzione.
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La plastica è la quintessenza dell’umano, verrebbe e viene da dire. Laddove c’è un essere umano ci sarà un packaging in plastica, che sia una confezione per alimenti o una bottiglietta d’acqua.
Questo materiale tutt’altro che biodegradabile è finito con l’uccidere animali e specie viventi, inquinare mari sino a creare delle isole di plastica e, in definitiva, a distruggere l’equilibro di fauna e flora terrestri.
Animali mangia plastica: è tutto vero?
Per ridurre l’inquinamento da plastica se ne stanno provando di ogni. Ci siamo svegliati tardi e anche la plastica compostabile richiede dei meccanismi di riciclaggio capaci di inquinare l’atmosfera. Una soluzione sorprendente sembra capitare giusto in tempo per salvare il destino dell’umanità. Di che si tratta?
Alcuni studiosi hanno iniziato a studiare degli enzimi batterici capaci di degradare la plastica, o meglio, le catene polimeriche così difficile da scomporre proprie di questo materiale. I più recenti studi di biodegradazione della plastica coinvolgono organismi diversi, vediamone alcuni.
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Microorganismi come batteri e funghi sono al primo posto nella capacità di decomposizione della plastica. Quando ospitati da determinati animali, ecco che questi divengono plastivori. E’ il caso ad esempio della tarma della cera, (Galleria Mellonella) in grado di scomporre il polietilene (PE).
La scoperta è di Federica Bertocchini dell’Istituto di biomedicina di Cantabria. Lo studio è stato pubblicato su Current Biology. Oggetto del prossimo studio saranno gli scarti prodotti dalla reazione biochimica fra l’intervento della mellonella e i polimeri coinvolti.
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La necessità di coinvolgere organismi viventi nel processo di smaltimento della plastica fa capo ad un semplice dato: ogni anno il nostro pianeta, le attività umane, danno luce a 300 milioni di tonnellate di plastica. Anche in Australia le scoperte sono all’avanguardia.
L’Università del Queensland vanta un team di ricerca che ha scoperto una specie di vermi, Zhophobas morio, capaci di digerire il polistirolo, materiale tipico degli imballaggi. I ricercatori hanno nutrito questi vermi con il solo polistirolo e il risultato è stato sorprendente.
I vermi sono sopravvissuti per ben 3 settimane, aumentando anche di peso, grazie alla presenza nel loro intestino di microorganismi capaci di smaltire la plastica (Pseudomonas, Rhodococcus e Corynebacterium). Lo studio sui super-vermi è disponibile su Microbial Genomics.