La plastica è un problema, così come è un problema trovare la giusta soluzione. Il progetto Peel Saver propone le bucce di patata.
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Contenitori naturali e biodegradibili, questo sarebbe l’obiettivo dell’umanità per ridurre le tonnellate di plastica prodotte annualmente dalla popolazione del globo.
La plastica, i rifiuti e gli imballaggi composti da questi polimeri inscindibili, sta inquinando mari, spiagge, terreni e a farne le spese sono gli stessi animali che muoio per ingestione o soffocamento. Una soluzione è davvero possibile?
Bucce di patata al posto della plastica: realtà o vana speranza?
La trovata ingegnosa sorge nell’ambito dello street food. Tre giovani designer italiani hanno pensato ad un modo efficace per poter contenere il cibo di strada senza ricorrere a materiali assorbenti in plastica o simili. L’iniziativa è di rilievo ed è bene diffondere il più possibile questa idea di upcycling.
L’upcycling è il RIpensare il packaging a partire da zero. Non si limita quindi all’invito a riciclare (recycling) i contenitori e i materiali in genere per ricavarne un nuovo uso, pensa invece proprio ad un nuovo modo di incartare, contenere, proteggere.
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Diamo subito un nove ai tre innovatori: Paolo Stefano Gentile, Simone Caronni e Pietro Gaeli. L’idea fondamentalmente è quella di riutilizzare la buccia delle patate fritte, spesso contenute nei cartocci, per realizzare il cartoccio stesso.
Di fatto le bucce di patata proteggono efficacemente e per natura la polpa del tubero, quindi perchè non far sì che continuino a svolgere il loro compito anche nel caso delle fritture? Avere a disposizione un cartoccio fatto con la buccia di patata significa stringere per le mani un tesoro per l’ambiente.
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La buccia di patata non solo è biodegradabile, può essere riutilizzata come concime per le piante (compost) e come mangime per gli animali. Le bucce di banana sono composte interamente di fibre e amido, componenti organiche che riescono a far compattare fra loro le bucce, una volta essiccate.