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Grano che produce veleno, la scoperta che lascia tutti senza parole

Avresti mai pensato che il grano potesse contenere del veleno? Ecco la scoperta incredibile che ha lasciato tutti senza parole. Da non crederci!

Grano al sole – Pixabay

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Uno studio guidato dalla biologa Vered Tzin, dell’Università Ben-Gurion del Negev in Israele, ha evidenziato come il grano selvatico riesca a proteggersi dagli insetti producendo una sorta di veleno.

La minaccia più grave per la pianta di grano è rappresentata dagli afidi, ovvero piccoli insetti che si nutrono degli stessi nutrienti e che a loro volta, tuttavia, iniettano dei virus vegetali all’interno della pianta stessa. Il grano selvatico possiede due meccanismi di difesa atti a contrastare queste specie di insetti.

Per quanto riguarda la pianta di grano, la minaccia più grave è rappresentata dagli afidi. Gli afidi sono piccoli insetti che si cibano di nutrienti grano e che, non contenti, “iniettano” dei virus vegetali all’interno della pianta. Ci sono tantissime specie di afidi, più di 5000.

Grano al veleno, la scoperta che ha allarmato la comunità scientifica

Grano con afidi – Pixabay

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La prima arma difensiva, corrisponde ad una sorta di rivestimento di peli che rende decisamente difficoltosa la ricerca del punto preciso nel quale “scavare” nel gambo della pianta. La seconda invece, risiede nella produzione di una specie di veleno, rappresentato da un composto definito benzoxazinoide, che impedisce all’insetto di assimilare le sostanze nutritive del grano.

Nello studio condotto, è stato isolato il gene alla base della produzione di questo veleno. Si tratta di una scoperta fondamentale per potenziare dal punto di vista genetico il grano che coltiviamo affinché questo possa difendersi dagli insetti che puntualmente lo rovinano. Il grano che coltiviamo, infatti, ha perso molti degli strumenti difensivi rispetto invece a quello selvatico.

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Le sue origini sono antichissime. Addirittura ne troviamo traccia migliaia di anni fa, grazie ad un team internazionale che è riuscito a sequenziare del grano antico Egizio. Ecco perché la dott.ssa Tzin sottolinea come sia necessario fare di tutto per salvaguardare questo alimento, essenziale, per molti esseri viventi.

Maria Longo

Nata a Catania nel 1987. Conseguita la Laurea Magistrale in Giurisprudenza con una tesi dal titolo “Matrimonio omosessuale: un’analisi comparatistica”, intraprende il percorso forense tra divorzi, procedimenti in Corte D’Appello e Commissione Tributaria. Parallelamente muove i primi passi in ambito giornalistico collaborando con alcune testate locali e scrivendo articoli di diritto con analisi approfondita sulle pronunce più autorevoli della Corte di Cassazione. Appassionata di fotografia, non rinuncia mai alla sua reflex che viaggia con lei, alla ricerca di dettagli da immortalare. Lingue parlate inglese, francese e spagnolo.

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