Le stelle non brillano più, a causa dell’uso eccessivo di illuminazioni. Scopriamo come l’abuso di energia elettrica danneggia la nostra salute.
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Alzi la mano chi non si è mai perso in pensieri sentimentali con lo sguardo rivolto al cielo! La notte è da sempre il rifugio dei romantici e degli innamorati, che da secoli si scambiano promesse sotto un cielo suggestivo e costellato di stelle. Innumerevoli pittori, come Van Gogh, hanno fatto del cielo stellato il proprio riferimento per creare arte.
Eppure secondo una recente ricerca, pare che i cieli occidentali, in particolare quelli di Europa ed America, siano eccessivamente illuminati e le stelle non sono più facilmente visibili. L’83% della popolazione mondiale vive in contesti in cui le illuminazioni superano di almeno del 10% il necessario. Questo ha effetti negativi sulla nostra salute e su quella degli animali.
L’uso dell’energia elettrica per illuminare le case, e successivamente per fornire energia agli elettrodomestici, ha trasformato per sempre le vite umane. Si tratta di progressi che hanno permesso di ottimizzare il tempo delle persone. Lavoratori e casalinghe hanno potuto concedersi del tempo libero in cui dedicarsi a degli interessi, senza essere più unicamente delle macchine da lavoro.
Non solo luce ma anche frigoriferi per tenere fresco il cibo, televisori per consentire di ricevere informazioni e intrattenersi: l’energia elettrica ha trasformato la società migliorando le condizioni di vita collettive.
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Ma non è possibile negare che l’illuminazione artificiale ha un impatto significativo anche negativo sulle persone e sugli animali, quando se ne abusa. In particolare relativamente ai ritmi di veglia e sonno che sono, naturalmente, correlati alla nostra percezione della luce. Come le altre forme di inquinamento, quello luminoso può causare dei problemi da non sottovalutare.
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La melatonina è un ormone importante, deputato a regolare il ritmo del sonno e della veglia. La secrezione di melatonina viene determinata dalla luce che percepiamo attraverso la retina. In parole semplici: quando non c’è luce, produciamo questa sostanza. In condizioni di luminosità costante, il rilascio di melatonina nel nostro organismo diventa minimo.
La scarsa produzione di melatonina ha come effetti collaterali l’insonnia, la difficoltà di riposare senza interruzioni, risvegli precoci. Tutto questo ha conseguenze devastanti sulla salute generale, in particolare su quella psicologica e sul tono dell’umore che diventa inevitabilmente compromesso da un riposo non adeguato.
Ecco perché dobbiamo mettere un freno all’inquinamento ambientale. Per consentire ai nostri corpi di continuare ad essere immersi nella ciclicità ristoratrice della natura, a cui a giornate luminose, seguono notti buie, in cui trovare un vero riposo capace di farci stare bene.