Il suo nome, secondo alcuni, deriverebbe dal sanscrito vrad o vrod, il cui significato è: flessibile. Secondo altre ricerche, invece, il suo nome proverrebbe dal celtico rhood o rhuud, che significa rosso.
Le rose acapella, sono un ibrido di tea molto apprezzate. nei giardini e in vaso. per il colore e il profumo intenso che emanano
Le rose hanno una lunga storia. Sono fiori amati ed apprezzati, non solo dalle donne che amano riceverle in dono, ma anche da coloro che le coltivano. Le leggende sono ricche di aneddoti e il loro significato si lega, soprattutto, al loro colore.
Secondo il credo popolare, la rosa era molto diffusa, in particolare, nel Medioevo, e, sembra, fosse il fiore preferito dalle streghe, in quanto ritenuto particolarmente idoneo a provocare il male, forse a causa della presenza sul suo stelo di molte spine. Ma era pure il fiore prediletto dalle fate, che se ne servivano spesso per recare felicità e benessere alle persone buone.
La rosa è un fiore-simbolo complesso, racchiude in sé significati tra loro totalmente contrastanti. È ambivalente, perchè porta in sè il significato di perfezione celeste e passione terrena, di fecondità e verginità.
E’ da sempre un fiore abbinato alle divinità femminili. Il messaggio che si voleva trasmettere con il suo regalo, era strettamente legato al colore che si sceglieva. La rosa rossa viene spesso regalata nel giorno di San Valentino e simboleggia l’amore verso la propria compagna o compagno.
Da sempre è uno dei fiori più presenti nei giardini in ogni parte del mondo, non solo per la sua bellezza, ma anche per la semplicità con cui è possibile coltivarla. I cespugli di rose crescono rigogliosi per tutta l’estate e gli accorgimenti per averli sempre così sono abbastanza semplici.
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La Rosa è un genere di piante appartenenti alla Famiglia delle Rosaceae di cui fanno parte circa 150 specie. Originaria dell’Europa e dell’Asia, la Rosa può raggiungere diversi metri di altezza. Le specie spontanee in Italia sono oltre 30, di cui le più comuni sono la Canina, la Gallica, la Glauca, la Pendulina e la Sempervirens.
Il suo nome, secondo alcuni, deriverebbe dal sanscrito vrad o vrod, il cui significato è: flessibile. Secondo altre ricerche, invece, il suo nome proverrebbe dal celtico rhood o rhuud, che significa rosso.
La rosa più diffusa e conosciuta è quella rossa, dalla quale sono nate, in seguito, altre tipologie di rosa. Le rose acapella ne sono un bellissimo esempio. E’ un ibrido di Tea con fiori grandi e bicolore: all’interno sono di un rosso ciliegia e all’esterno argentati. Questo esemplare di rosa è molto apprezzato per via del suo aspetto unico. E’ spesso usato per composizioni floreali particolari.
Ha steli lunghi e dritti resistenti, inoltre non ha troppi problemi di malattie. Davvero magnifica in giardino, ma anche come fiore reciso nei vasi da mettere in casa. La rosa acapella è, infatti nata nei primi anni del 2000 e creata prorpio per durare più a lungo fiorita come fiore da composizione.
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Necessita di una posizione ben soleggiata per crescere sana e rigogliosa. L’esposizione deve essere quindi in pieno sole o, al limite, in una zona semi-ombreggiata. Ha bisogno di almeno 4 ore di sole diretto al giorno per farsi forte e rigogliosa. Le zone d’ombra la porteranno ad essere povera di fiori.
Le rose Acapella non temono il freddo e dunque in inverno resistono molto bene. Non amano il grande caldo estivo che è spesso causa di un breve periodo di riposo vegetativo. Durante i mesi più caldi dell’anno, dunque, non è raro che la rosa risulti priva di fioriture.
Il terreno ideale per le rose Acapella è un miscuglio di terreno sabbioso e torba. In genere, anche il terriccio universale bilanciato è ottimo per questa specie vegetale. Quest’ultimo va mescolato con un po’ di stallatico e con della buona terra da giardino. È bene porre a dimora le nuove piante in un terreno in cui precedentemente non sono mai state piantate altre piante.
E’ importante concimare le rose in primavera e a fine estate. Nel mese di giugno, sarebbe bene praticare un fertilizzante a base di concime organico o di concime chimico a lenta cessione. Il concime deve essere sempre scelto optando per una tipologia adatta alle piante da fiore.
Le piante appena messe a dimora vanno annaffiiate bagnando il terreno in profondità. Da novembre ad aprile, invece, è sufficiente l’acqua fornita dalla pioggia. Le cose cambiano ovviamente nei periodi di siccità: qui c’è bisogno di annaffiare in maniera regolare facendo attenzione di farlo solo quando il terreno risulta asciutto.
Un accorgimento da tenere a mente è quello di non bagnare le foglie durante l’irrigazione. È bene anche fare attenzione a non esagerare con l’acqua per evitare dei ristagni idrici.