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Bioarchitettura

Muri dai rifiuti, per alcuni scienziati è possibile: il progetto rivoluzionario

Un impiego utile ed sostenibile dell’olio che utilizziamo in cucina per preparare deliziose fritture sia dolci che salate

Rifiuti (Foto di Alexander Fox PlaNet Fox-Pixabay)

L’olio, nella nostra cucina tradizionale, viene utilizzato per condire piatti a crudo, ma anche per cuocerlo ad alte temperature e friggere sia verdure che carne. In Inghilterra chi non conosce il famossimo fish add chips, o oltroceano dove le french fries sono un must come accompagnamenti in quasi tutti i piatti.

La questione si complica quando dobbiamo reciclare nel modo giusto l’olio esausto, dopo che lo abbiamo utilizzato per cucinare.Da qualche anno vige la regola, almeno in Italia, che l’olio esausto deve essere raccolto in speciali contenitori presenti nelle varie isole adibite alla raccolta differenziata, oppure, in alcune città, lungo la strada accanto ad altri contenitori.

Come utilizzare l’olio esausto: uno studio rivoluziona il suo riciclo

Casa ecologica (Foto di Harry Strauss-Pixabay)

In Italia, possedere una casa è la normalità. Si preferisce sempre pagare le rate di un mutuo, piuttosto che un affitto mensile. Oggi, con la crescente richiesta di case, si è aggiunta la, quasi, necessità, di costruire in modo sostenibile, con un minor impatto sull’ambiente che ci circonda.

Sempre di più si trovano, anche se non sono facilmente sono visibili, case costruitein legno e non più con i classici mattoni. E per renderla impermeabile, si ricorre all’uso della paglia. Non solo è una casa sostenibile, ma anche profumata. Avete mai provato ad entrare in una casa così? Il profumo di legno e di paglia vi conquisterà.

Quindi, anche i ricercatori si stanno muovendo per ottenere un prodotto eco-compatibile, che abbia i giusti requisiti per costruire una casa sicura e confortevole. Uno degli alimenti che più sono versatili e riutilizzabili, è proprio l’olio esausto.

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I principali olii che possono essere riutilizzati sono l’olio di semi, di palma, di colza, e altri meno conosciuti e, per questo, sono in misura meno rilevanti. Si aggiungono l’olio di oliva e gli olii da derivazione animale, che, comunque, non possono essere immessi direttamente nell’ambiente, tanto meno nell’acqua.

Già oggi viene riutilizzato e riprodotto in altre forme. Può essere impiegato nella produzione di Biodiesel, come olio lubrificante, per fabbricare bitumi stradali o, addirittura, per il mangime degli animali. Può essere anche impiegato per produrre biogas. Anche l’industria cosmetica lo utilizza per confezionare saponi.

Diciamo che il riciclo dell’olio apre le porte a nuove fonti di business. Nel centro-nord d’Italia, l’olio è raccolto gratuitamente nelle discariche per la raccolta differenziata. Viene poi regalato ad aziende intermediarie che ne curano lo smaltimento o la vendita.

In Australia, i ricercatori della Flinders University, dopo vari esperimenti, sono giunti ad un risultato soddisfaciente. Sono stati in grado di produrre un polimero leggero ma resistente. Sono partiti miscelando zolfo, diciclopentadiene o DCPD e olio vegetale esausto.

Da un rifiuto abbondante ed economico, sono riusciti a produrre un materiale che può essere utilizzato per fabbricare mattoni.La particolarità, inoltre, di questo polimero, è che, mettendo i mattoni uno sopra l’altro, non ci sarà più la necessità di usare la malta per tenerli uniti. I mattoni rimarranno, infatti, incollati tra loro grazie ai legami chimici che si instaurano tra gli atomi di zolfo.

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Il dott. Maximilian Mann, coautore dello studio, ha infatti spiegato che:

“Il legame in questo nuovo processo catalitico è molto forte, producendo un materiale da costruzione sostenibile che potenzialmente semplificherà la costruzione” .

Tale scoperta, se risulterà poter esse attuata, permetterà di risparmiare al pianeta il 15% di emissioni globali di CO2, che si producono per la fabbricazione di acciaio, cemento e ferro. Non ci resta che attendere fiduciosi la messa in commercio dei nuovi mattoni.