Il Wwf lancia l’allarme sulla moria di pesci nel fiume Tevere: che cosa sta succedendo al corso d’acqua, l’organizzazione spiega la situazione.
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Nelle acque del fiume Tevere, a Roma, sta accadendo qualcosa di strano, la moria di pesci si sta diffondendo in ogni angolo della città. Tutti i pesci del fiume sono in pericolo e il Wwf spiega il perché. La causa è la prolungata siccità che ha recato forte stress a tutti i fiumi.
Meno acqua significa meno spazio e meno ossigeno per i pesci, ma non solo, perché il basso livello raggiunto dal fiume potrebbe creare altri gravi danni. Con l’arrivo dei forti temporali, infatti, si potrebbero risvegliare pericolose sostante dormienti sul letto del fiume, le quali darebbero origine a una moria generale di animali.
Questo fenomeno, come spiega il Wwf, è ciclico e già noto. Dopo un caldo tremendo e il livello basso delle acque, violente piogge possono risvegliare sostanze inquinanti accumulate sul fondo, riversate a causa dello smog della città e dalle sostanze chimiche usate in agricoltura, depositatesi lungo i corsi d’acqua che confluiscono nel Tevere.
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Le forti piogge risvegliano questi agenti inquinanti, rimettendoli in circolo e soffocando i pesci. I pesci, già stremati per la mancanza di ossigeno, dato il basso livello del fiume, sono inondati dalla dispersione di queste sostanze inquinanti. La fauna ittica del fiume è in serio pericolo.
Purtroppo, i cambiamenti climatici premono sempre più, portando lunghi periodi di siccità, alternati a violenti acquazzoni. Eventi del genere sono deleteri per l’ambiente, ma ormai non possiamo più evitarli. Dobbiamo abituarci a convivere con tali eventi critici, ormai entrati a far parte della nostra quotidianità.
Bisognerebbe adottare una serie di strategie per rivedere la distribuzione dell’acqua nei vari settori e avviare un programma più responsabile sullo sfruttamento stesso dell’acqua. Ogni estate, la moria di pesci aumenta sempre di più. Il Wwf invita il Comune di Roma a intervenire sull’ammodernamento delle reti di smaltimento delle acque e sulla creazione di bacini dove raccogliere l’acqua piovana.
Insomma, occorre intervenire su più fronti per evitare ulteriori disastri. Inoltre, occorre diminuire anche l’uso di pesticidi in ambito agricolo, che sono davvero pericolosi per la natura, e che poi defluiscono nelle zone d’acqua, come laghi, fiumi, canali, fino a raggiungere il mare.
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Come se non bastasse, la biodiversità dei laghi e dei fiumi italiani, è messa a repentaglio anche per via dell’introduzione di specie di pesci provenienti da altre zone, minando così la stabilità della popolazione ittica autoctona. Servono misure urgenti per conservare fauna e flora.