Correnti di ritorno: sai cosa sono e perché sono pericolose in mare? Ti spieghiamo a cosa dovresti fare attenzione con il mare agitato
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Chi conosce bene il mare sa che bisogna muoversi sempre con molta cautela perché a volte anche un esperto può essere preso in contropiede. Spesso se si guarda ai pericoli del litorale si pensa all’attacco di animali pericolosi come gli squali ma non è affatto così.
C’è un altro fenomeno a cui fare attenzione: le correnti di ritorno che secondo le stime, solo in Italia, dal 2016 al 2021 hanno ucciso quasi 300 persone. Sono dei veri killer dei mari, silenziosi e veramente pericolosi che portano all’annegamento delle persone. E allora come riconoscerle ed evitarle? Quali sono i comportamenti da tenere? Tutto nella nostra guida.
“Le correnti di ritorno, o rip current, sono quei flussi d’acqua che vanno dalla spiaggia verso il largo: possono avere una velocità di diversi metri al secondo e sono abbastanza forti da trascinare un nuotatore” così Enzo Pranzini, docente di dinamica e difesa dei litorali all’Università di Firenze spiega su Focus cosa sono le correnti di ritorno.
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L’esperto sottolinea che c’è un movimento anomalo delle acque che va verso la riva ma nello stesso tempo sul fondo si crea un flusso che spinge verso il largo. È così che le persone che vi si trovano dentro vengono letteralmente risucchiate.
I momenti più critici nel corso della stagione, spiegano gli esperti, sono i week-end nei quali il mare è alto e molto mosso. I turisti vogliono fare il bagno a tutti i costi, si curano poco della bandiera orssa che indica il mare agitato ed i suoi pericoli. È in questi casi che possono incappare nelle rip current.
L’allerta è per tutti, anche per chi sa nuotare ma di certo non è un professionista in quanto la situazione può degenerare in un attimo. Chi sta in mare, infatti, non si accorge di essere finito in una corrente di ritorno, ma nel momento in cui cerca di tornare indietro per raggiungere la riva non ci riesce, sente il peso di nuotare controcorrente, si stanca fino a capire che la situazione è davvero difficile. Si tratta di eventi che succedono sempre intorno ai 30-40 metri dalla riva. La cosa a cui fare attenzione sono dei punti blu in mare, dove l’acqua è più torbida e scura e dove non si forma la schiuma.
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Come salvarsi se si rimane intrappolati in una corrente di ritorno? Lo spiega a Focus Dario Giorgio Pezzini, membro del consiglio scientifico del Gruppo Nazionale per la Ricerca sull’Ambiente Costiero. La prima cosa da fare è chiudere aiuto urlando, attirando l’attenzione. Nel mentre è necessario “cercare di nuotare parallelamente alla riva, non verso la spiaggia e contro corrente. O mantenere la calma e farsi portare al largo, fino a dove la corrente non è più forte. A questo punto si può nuotare parallelamente alla costa e, una volta allontanati, tornare a riva”.