Gnomi da giardino, scopriamo l’origine degli “spiritelli della terra”

Conosciamo gli gnomi attraverso le favole che giungono a noi da tutto il mondo, ma oggi possiamo anche incontrarli nei boschi

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Piccolo gnomo da giardino (Foto di Mirosław i Joanna Bucholc-Pixabay)

Sembra che i boschi, fina dall’antichità, siano abitati da piccoli esseri che vivono in completa armonia con la natura. Sono gli gnomi, il cui nome è stato utilizzato per la prima volta da Paracelso, dopo il 1493, nel suo Liber de nymphis, sylphis, pygmaeis et salamandris. per indicare uno spirito della terra.

In seguito, molti autori impiegheranno lo stesso termine per indicare, nei loro scritti, i piccoli abitanti dei boschi. Sembra che la loro origine, nelle fiabe (la favola è scritta, la fiaba narrata) popolari, arrivi dai popoli nordici.

Gli gnomi arrivano da molto lontano: conosciamoli meglio

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Piccoli gnomi da giardino (Foto di Hands off my tags! Michael Gaida-Pixabay)

Nelle saghe del Nord Europa, sono descritti come i piccoli abitanti dei boschi, abili forgiatori di metalli e custodi di preziosi tesori. Secondo le leggende popolari, avrebbero avuto origine dalla decomposizione del corpo del gigante Ymir.

Un tempo, le donne si raccoglievano intorno al fuoco, e, mentre cucivano, raccontavano fiabe fantastiche in cui i piccoli spriritelli dei boschi facevano spesso da protagonisti. Era il loro modo per educare i bimbi che le ascoltavano rapiti, con il loro nasino all’insù.

Con l’avvento della scrittura, gli gnomi hanno cominciato ad essere protagonisti anche di alcune favole. Le più conosciute sono sicuramente quelle dei Fratelli Grimm. In seguito, altri autori sono stati ispirati, per le loro opere, dai piccoli abitanti dei boschi.

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Giacomo Leopardi scrive nelle sue Operette Morali un Dialogo di un folletto e di uno gnomo. Guido Gozzano racconta di gnomi in La danza degli Gnomi e altre fiabe. E’ la storia due sorellastre che decidono di unirsi alla danza degli Gnomi. Una danza graziosamente, ricevendo in dono bellezza e ricchezza, l’altra con malagrazia, venendo trasformata in un mostro.

Rudolf Steiner, fondatore dell’Antroposofia, descrive gli gnomi come piccole entità che popolano il mondo degli esseri elementali, e il loro compito è quello di portare le sostanze minerali alle piante che le impiegeranno come nutrimento.

Nel 1976 Rien Poortvliet, illustratore olandese, descrive, non solo i loro usi e costmi, ma anche nel loro aspetto, tanto che, ancora oggi, vengono raffigurati come lui li ha disegnati. Sono degli esseri minuscoli, in genere con una folta barba e con un grande cappello, spesso rosso, sulla testa.

L’autore, li ha poi ammaginati vivere in case minuscole poste tra le radici degli alberi. Il loro compito è quello di prendersi cura della flora e della fauna preparando pozioni con le erbe della foresta. Qualchevolta, aiutano anche gli abitanti del nostro mondo che si sono inavvertitamente persi nei boschi.

Più vicino a noi è lo scritto : I Tarocchi degli Gnomi di Giordano Berti, il protagonista è uno gnomo chiamato Sichen, la cui avventura si sviluppa in dieci luoghi diversi, corrispondenti alle Sephiroth dell’Albero della Qabbalah. Appaiono anche nella serie di libri di Harry Potter, in particolare nel romanzo Harry Potter e la camera dei segreti.

In Veneto esiste il Villaggio degli gnomi Asiago. In questo luogo lontano dal tempo, altre costruzioni fantastiche, rendono il viaggio un’ esperienza molto più suggestiva per i bimbi, fino ad arrivare al Villaggio degli gnomi vero e proprio.

E in Lombardia, in un piccolo paesino arroccato sulle colline del Lago di Iseo possiamo passeggiare in un bosco tra alti alberi e gnomi scolpiti nel legno da un’artista del posto. E mentre si cammina in questo mondo incantato si può ricordare la leggenda di questo luogo magico.

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Si narra di Luigi Zatti, artista del luogo e conosciuto come il Rosso di Zone, il quale, mentre camminava nel bosco incontrò di persona gli gnomi. I piccoli spiritelli gli dissero che era loro desiderio diventare le sentinelle del sentiero. Lo scultore volle accontentarli.

Iniziò così, ad intagliare nei tronchi degli alberi le creature che aveva incontrato, è trasformò la mulattiera che da Zone porta al Monte Guglielmo in un posto magico dove poter passeggiare in solitudine o con i propri bambini.

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