L’unione delle comunità montane chiede aiuto. La richiesta è quella di abbattere i lupi che in questi giorni stanno dilaniando greggi e pecore.
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L’UNCEM, unione nazionale comuni, comunità ed enti montani, ha richiesto una repentina operazione di contenimento del fenomeno lupi dopo quanto avvenuto lo scorso 11 agosto a Torino. A fare da portavoce è Marco Bussone, presidente dell’unione.
L’Alpe Sarpeis è stata in quella data il luogo di un attacco efferato da parte di un paio di lupi nei confronti di un gregge di pecore. 20 gli esemplari uccisi nella strage e il fenomeno non sembra arrestarsi. Il punto.
Lupi al nord si avvicinano ai centri abitati. La situazione sta sfuggendo di mano
Il nord Italia ha riscontrato, a maggio 2022, un aumento consistente degli esemplari di lupo soprattutto nelle zone alpine. L’Ispra (istituto nazionale per la ricerca ambientale) parlava di 3.300 esemplari destinati ad aumentare rapidamente. L’11 agosto a Torino un gregge è stato decimanto per mano di soli due lupi.
Marco Bussone , presidente Uncem, ha indirizzato una lettera alle autorità competenti con la richiesta di una tempestiva messa in atto di un piano i contenimento. In Piemonte, Lombardia, Trentino e Toscana le cronache locali raccontano di avvistamenti degli esemplari nei pressi dei centri urbani.
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Marco Bussone ha girato al ministero dell’Ambiente e della Trasizione ecologica le testimonianze e le lamentele degli allevatori che hanno assistito inermi alle stragi di questi giorni. La richiesta è quella dell’approvazione e attuazione immediata del “Piano lupo nazionale“.
Il Piano è d’interesse europeo. Il presidente caldeggia la sinergia con Francia, Austria, Germania e Slovenia nell’approvazione del piano. Altri paesi hanno infatti già preso provvedimenti in materia mentre l’Italia parrebbe restare inascoltata.
Il Piano lupo è in giacenza al MiTe e non sembra passare all’esecutivo. La problematica non si limita ai lupi alpini, anche i cinghiali invadono terreni di agricoltori e allevatori distruggendo raccolti e decimando greggi. Va per la maggiore la richiesta di abbattimento degli ungulati.
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La richiesta anacronistica veste le sembianze di legge del taglione nei riguardi di un problema che potrebbe essere contenuto diversamente nell’ottica del piano di transizione, sostenibilità e sviluppo. Come riporta Il Fatto Quotidiano, la lettera non lascia spazio all’interpretazione:
“Lo abbiamo detto più volte anche riferendoci ai cinghiali: gli agricoltori e gli allevatori sono vittime di un’invasione che va contenuta con un piano chiaro e forte di abbattimento degli ungulati.” Uncem richiede politiche agricole e rurali adeguate al fenomeno in corso. Di certo allevamenti e pascoli non possono essere lasciati alla mercè dei predoni delle alpi.