In California sono state gettate in un lago milioni di palline di materiale plastico per motivi ecologici. Vi spieghiamo questo paradosso.
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La plastica è uno dei nemici giurati dell’ambiente. Eppure pare che questa volta sia stato lo strumento attraverso il quale alcuni scienziati americani stiano provando a tenere sotto controllo i livelli di bromato nell’acqua e prevenire la crescita eccessiva delle alghe.
Secondo gli esperti infatti, queste “sfere d’ombra”, ovvero sfere di materiale plastico, sono state utili dal 2008, primo anno in cui è stato effettuato l’esperimento dello sversamento delle sfere, per contenere lo sviluppo di contaminanti ed evitare l’evaporazione delle acque del lago.
Come aiutano l’ambiente innumerevoli palline di plastica scaricate in un lago?
Alcuni sono scettici ma i risultati sembrano esserci. Nel 2015, 96 milioni di “sfere d’ombra” sono state sversate in un bacino idrico di Los Angeles. Nel 2008 furono 400.000 le sfere, costate circa 0.36 dollari l’una, ad essere rilasciate nella preziosa acqua dolce che a causa della siccità, scarseggia sempre più.
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Alcuni contestatori sostengono che la produzione delle sfere sarebbe più inquinante degli effetti positivi ottenuti con il loro rilascio. Le sfere garantiscono una produzione di 1,15 milioni di metri cubi d’acqua all’anno, ma per produrle sono necessari: energia elettrica, petrolio, gas naturale.
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Di contro, i sostenitori della tecnica delle sfere, ricordano ai contestatori che la misura può essere adottata a lungo termine. Una volta rilasciate in natura infatti, le palline di materiale plastico possono resistere e compiere il loro dovere per almeno 25 anni. Nel frattempo, si stanno cercando metodi alternativi, per risolvere definitivamente la disputa tra chi ha concepito il metodo e chi invece lo critica.
Tra le possibili soluzioni future, figura un sistema che utilizza le alghe a nostro vantaggio. Avvalendosi dell’uso dell’ IA si potrebbe controllare lo sviluppo delle alghe e usare le stesse per estrarre dall’aria una grande quantità di anidride carbonica, filtrando l’aria in modo naturale.