Esistono tre tipologie di vini: biologico, naturale e biodinamico. Sai cosa li differenzia? Te lo spieghiamo brevemente.
Il vino è una delle bevande più antiche e apprezzate al mondo. Già nei poemi omerici veniva fatta menzione di questa bevanda inebriante così come dei molti rituali ad essa legati come i culti a Dioniso, poi elaborati nella versione romana dei baccanali.
Iniziamo col dire che i vini biologici e quelli naturali sono gli unici a rispondere ad una chiara definizione impartita dal regolamento europeo. Crerchiamo di approndire la differenza fra i vini biologici, quelli naturali e quelli biodinamici.
Un vino organico (ovvero biologico) deve provenire da vigneti a certificato biologico, ovvero deve essere il frutto di una piatagione non trattata con sostanze chimiche come pesticidi, fertilizzanti o erbicidi. Gli unici composti utilizzabili sono lo zolfo e il solfato di rame.
I fertilizzanti anche devono essere biologici, non intaccare, cioè, il normale equilibrio dell’ecosistema e della biodiversità del terreno. I vini biologici presentano sull’etichetta una foglia su sfondo verde circondata da stelle, quelle dell’unione. Se il vino è spagnolo, la certificazione biologica sarà quella di un sole su un cielo blu, un terreno marrone e delle linee in diagonale di colore verde.
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I vii biologici sono più espressivi nel gusto perchè derivati da suoli trattati con maggior rispetto. La differenza fra un vino biologico e uno naturale sta nell’impiego di zolfo come conservante. Mentre nel vino biologico sono presenti piccole quantità di zolfo, quello naturale si serve delle sole percentuali prodotte dal vino in fase di fermentazione senza ulteriori aggiunte.
Il vino naturale quindi cerca di rispettare il frutto della vite, l’acino d’uva, lavorandolo il meno possibile. L’obiettivo dei prodotturi è quello di riportare nel sapore del vino il suo ambiente di nascita. In cantina non vengono utilizzati lieviti che correggono o chiarificano i vini. La temperatura di fermentazione non è controllata.
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Produrre un vino naturale è più difficile, gli esperti sanno regalare vini irriproducibili nel gusto e nella vivacità. Il vino biodinamico prende le mosse dalle teorie di Rdolf Steiner sull’agricoltura biodinamica. Il metodo biodinamico cerca di ripristinare l’euilibro di terra ed ecosistema, fortemente compromesso da prodotti chimici e pratiche antropiche.
Al posto dei prodotti chimici, per fertilizzare le vite e rafforzarle si utilizzano preparati di origine animale o vegetale come le corna di mucca riempite di letame che sarebbero, in base a questa filosofia, capaci di ripopolare il campo di microrganismi e di trasmettere alla piantagione le energie del cosmo.
Un vino biodinamico è comunque un vino biologico, porta cioè i principi dell’ecologia al parossismo. Non tutti i produttori espongono le etichette del vino biodinamico sebbene esista. E’ una questione di scelta. Tutti e tre i tipi di vini sono da preferire poichè promuovono il rispetto e la tutela dell’ambiente.