La Cooperativa Insieme inaugura il primo polo italiano per il riciclo tessile. Il progetto èfinanziato dal Pnrr e vale 11 milioni di euro.
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Gli scarti tessili sono un problema, o meglio, lo erano fino ad ora. Il fast fashion ha incrementato consumi, sprechi e cumuli di “rifiuti” tessili a carico di aziende e consumatori. I rifuti prodotti giornalmente dall’industria tessile e dai consumatori si stanziano su un quantitativo di 13 tonnellate.
La pratica del riuso e del riciclo viene finalmente presa sul serio in Italia, dove la Cooperativa Insieme, nel vicentino, intende cambiare i ritmi del quartiere San Pio X con un progetto da 11 milioni di euro.
Da gennaio è attivo l’obbligo in Italia del riciclo tessile. Nelle apposite campane e nel secco, però, delle 5.000 tonnellate di rifiuti tessili prodotti annualmente, se ne conta solo una. Dal tessuto materiale al tessuto sociale, questo lo slogan della Cooperativa Insieme che si candida a primo polo di riciclaggio tessile italiano.
L’iniziativa fa capo alla Coop del quartiere San Pio X, attiva dal 1979, che vanta ben 264 contenitori per il recupero di rifiuti tessili sparsi in 64 comuni del territorio berico. L’ambito è quello del programma “tessuto sociale” e il bacino demografico coperto dall’iniziativo si stanzia sui 680.000 abitanti.
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Vestiti, asciugamani, lenzuola, strofinacci, tutto verrà riciclato all’insegna del riuso del materiale tessile. Il progetto chiede un ulteriore milione e mezzo di euro rispetto agli 11 milioni già stanziati dal Pnrr. Il verdetto è atteso per settembre e potrebbe segnare una svolta per il quartiere.
Questi siti di raccolta sono estremamente preziosi, ogni anno il tessuto tessile raccolto viene riabilitato come usato certificato, viene donato oppure ritramutato in fibra, ossia il suo stato originario. Il solo 20% della merce viene però lavorato dalla Cooperativa Insieme, nelll’unico imppianto riconosciuto e auorizzato dal comune di Vicenza.
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Il restante 80 % viene lavorato dalle filiali di Prato e Napoli, principali distretti tessili italiani. Il progetto dovrebbe quindi ricevere al più presto finanziamento del Pnrr visto il repentino aumento di scarti tessili di cui solo una piccolissima percentuale viene accolto e riciclato dalle filiali. Le discariche restano ancora il modello di smaltimento prediletto.
La presidente della Cooperativa, Marina Fornasier, parla della necessità di nuovi canali deputati alla lavorazione e al recupero del rifiuto tessile. Alla base dell’iniziativa risiede quello che la comunità europea ha posto in cima agli obiettivi per il 2030: raggiungere e sviluppare un modello di economia circolare.
Un modello cioè che si impegni attivamente a favorire filiere di riciclo attivo dei materiali prodotti dalle attività antropiche di modo da snellire profondamente la produzione di rifiuti e la creazioni di ulteriori beni materiali. Quella di San Pio X sarebbe una filiera etica e tracciabile, locale e in linea con le direttive europee. Non ci resta che aspettare i verdetto del governo.