La Regione Toscana sceglie per l’apertura anticipata dell’attività venatoria, scatenando l’ira degli ambientalisti, spiazzati dalla decisione.
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Una decisione spiazzante, quella della Regione Toscana, che ha deciso di anticipare l’apertura della stagione venatoria. Nonostante la prolungata siccità, il caldo tremendo e i numerosi incendi degli ultimi mesi e che hanno distrutto fauna ed ecosistemi, si torna a cacciare, e con qualche settimana di anticipo.
Le associazioni ambientaliste sono insorte, definendo scandalosa la decisione della Regione. Territori distrutti da incendi e migliaia di animali morti per colpa della siccità e del fuoco, con interi gruppi di animali stremati dagli eventi climatici, non fermano i cacciatori. L’apertura anticipata della caccia scatena l’ira di tutti gli ambientalisti.
Il WWF Toscana grida allo scandalo, prendendo ad esempio alcune specie animali a rischio, stremate dai cambiamenti climatici, bersaglio di tanti cacciatori. Gli ambientalisti chiedono maggiori tutele, soprattutto nei confronti delle specie più bersagliate, e la sospensione del prelievo venatorio per permettere il ripopolamento. Riaprire la caccia in un periodo così delicato sembra una follia.
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La Regione dovrebbe porre maggiore attenzione alla questione, dando il via alla caccia a determinate specie animali solo quando vi siano evidenti segnali di ripresa della popolazione. Alla protesta del WWF, si uniscono altre associazioni animaliste e ambientaliste, come Lipu, Legambiente Enpa, Lac e Lav. La preoccupazione è soprattutto rivolta verso gli uccelli migratori.
Insomma, la Regione Toscana dà il via alla caccia senza rispettare le indicazioni del mondo scientifico. Nonostante l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) chieda l’apertura della caccia almeno a partire dal 1 ottobre, la Regione tende ad anticiparla a settembre e a posticiparla fino a tutto il mese di gennaio, con il rischio di scatenare danni ancor più gravi per la fauna e la flora.
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Tra l’altro, i cacciatori potrebbero infrangere il divieto di sparare a determinate specie a rischio popolazione, senza limitazioni imposte dalla Regione. Provvedimenti che la Regione Toscana continua a deviare, scontrandosi da anni con le associazioni animaliste, favorendo le richieste dei cacciatori. Un problema, questo, che andrebbe risolto una volta per tutte, ma che non si riesce a fermare.