Gas, quanto mi costi? I metodi alternativi per riscaldare casa e risparmiare

Il gas ha raggiunto costi alti per molte famiglie. Ma contro il caro bollette esistono molte alternative. Ecco quali sono

alternative al gas per scaldarci
Contatore del gas (Foto di Frauke Riether da Pixabay )

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In questo mese il prezzo del gas ha subito un’incredibile aumento (300 euro a Megawattora sulla Piazza di Amsterdam) che si riflette sulle bollette dei cittadini, soprattutto ora che l’autunno è alle porte e le temperature sono destinate, poi, a scendere. E per questo motivo in molti stanno valutando le alternative come le stufe a pellet o a legna.

Ma pure queste due sono vittime degli aumenti: la spesa al quintale del legno, lo scorso anno, era tra i 10 e i 12 euro, mentre ora si aggira tra i 18 e i 20 euro. Peggio ancora per il pellet visto che i sacchi, da 15 kg, sono passati dai 5 euro fino ai 14 euro al chilo. Quindi cosa si può utilizzare come alternativa al gas?

Cosa usare al posto del gas

alternative economiche all'uso del gas
Termosifone (Foto di Etadly da Pixabay)

Non mancano le alternative al posto del gas per scaldare casa. La prima è la caldaia elettrica. Questa utilizza le resistenze elettriche per scaldare l’acqua. Questa però non è molto consigliata sia per il costo della componente elettrica, sia perché il consumo è il triplo rispetto a quella a metano e il quadruplo rispetto alla pompa di calore.

Volendo si può pensare all’installazione di una caldaia a biomassa. Ovvero un sistema a combustibile considerato come fonte rinnovabile. Questa garantisce un risparmio rispetto al riscaldamento a metano. Con biomassa, oltre a legna e pellet, si comprendono scarti agricoli e gusci di frutta secca. Dunque sostanze organiche solide di provenienza non fossile. L’unico limite è rappresentato dalle operazioni di acquisto, stoccaggio e caricamento del materiale.

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Un’altra alternativa potrebbe essere la caldaia elettrica a dissociazione ionica. Si tratta di una tecnologia relativamente recente. Grazie a un sistema si scalda un liquido tecnico che, grazie al movimento di ioni, scambia il calore generato con il circuito del riscaldamento casalingo. I consumi però sono abbastanza alti: per ogni kWh elettrico utilizzato vengono prodotti 2kWh termici. I vantaggi però è l’assenza di umidità esterna e della canna fumaria, ma soprattutto la possibilità di raggiungere temperature altissime senza rovinare l’impianto. Altro metodo per scaldare è il riscaldamento elettrico a pavimento. Non mancano però gli inconvenienti paria quelli della caldaia elettrica o del boiler elettrico: su tutti consumi e l’impossibilità di produrre acqua calda per uso sanitario.

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Capitolo a parte le pompe di calore. Si tratta di un sistema che preleva energia termica dall’esterno per riutilizzarla nel circuito di riscaldamento casalingo. Al momento ne esistono tre, tutte reversibili: aria-acqua, aria-aria e infine geotermica. I costi di questa sono inferiori di circa il 30% rispetto a una caldaia a condensazione. E’ importante non utilizzarle a temperature troppo elevate, perché altrimenti si rischia di incorrere in gravi e cari danni. Infine l’ultima alternativa è il riscaldamento con tecnologia radiante i cui consumi sono inferiori rispetto alla serpentina a resistenza elettrica. I pannelli vengono posizionati sulle pareti o sul soffitto. Questi però non scaldano l’aria, ma le superfici opposte. Il problema però è il costo mediamente più alto rispetto a metano, biomassa e pompa di calore

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