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Riparte la stagione venatoria, quali sono le specie non cacciabili quest’anno

Riapre la stagione venatoria, per a gioia di tutti i cacciatori, ma quali sono specie non cacciabili e a rischio sopravvivenza?

Cacciatori con il proprio cane (Pexels)

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Come ogni anno, con l’arrivo dell’autunno, riparte la stagione venatoria. Tra settembre e ottobre, infatti, le varie Regioni danno il via alla caccia, imponendo regole e stabilendo il periodo di caccia in base alle specie. Non sono serviti i prolungati mesi di siccità, le ondate di caldo terrificante, gli incendi che hanno distrutto territori e affamato gli animali, per ritardarne l’inizio.

E così, come ogni settembre, ci ritroviamo alla riapertura della stagione, per la gioia di tutti i cacciatori. Il problema è che, ogni volta, si contano i danni causati alla fauna. Le pre-aperture interessano specie come le quaglie, le tortore, i merli, le anatre selvatiche, ma spesso, nel mirino dei cacciatori, finiscono tanti altri volatili. L’attività umana, anche in questo caso, interferisce con la fase di allevamento, disturbando tante specie di animali sotto tutela.

Gli animali che non si possono uccidere nelle Marche

A caccia nei boschi (Pexels)

Grazie all’insistenza degli animalisti che hanno fatto più volte ricorso al TAR, ad esempio, nelle Marche è stata vietata l’uccisione, almeno per il momento, di quattro specie di uccelli: il germano reale, l’alzavola, la marzaiola e la quaglia. Anche l’Ispra appoggia la decisione del TAR. Ora non resta che confidare nella sospensione definitiva per l’uccisione delle quattro specie, prevista per il 14 settembre, e se la Regione Marche non si opporrà alla limitazione.

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Il 14 settembre, la Camera di Consiglio vedrà ancora una volta schierati cacciatori contro animalisti. Staremo a vedere cosa accadrà, non solo per quanto riguarda le Marche, ma anche per tutte le altre Regioni italiane. Qualche giorno fa, intanto, ci siamo occupati della scandalosa decisione della Toscana di anticipare la stagione venatoria, nonostante una fauna stremata dai cambiamenti climatici.

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Insomma, nemmeno la crisi climatica, la siccità assoluta dell’estate, le piogge assenti da mesi e mesi e i numerosi incendi che hanno spazzato via intere aree verdi, riescono a fermare questa follia, e le Regioni non riescono ad accontentare i desideri di ambientalisti e animalisti, nonostante la natura sia in sofferenza e stia emettendo un fortissimo grido di allarme.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.

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