Con l’arrivo della stagione fredda è corsa al pellet. I generi più battuti sono legna e pellet, le bollette non reggono il peso della domanda.
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Con il passaggio alle fonti rinnovabili di energia si è deciso di optare per alternative maggiormente ecologiche anche in ambito domestico. In previsione della stagione fredda il problema principale si attesta sul versante del riscaldamento e numerosi italiani anziché ricorrere al classico termosifone o alle stufe elettriche hanno optato per quelle a legna e pellet.
La richiesta di mercato è talmente elevata che i magazzini faticano a ricevere gli stock necessari a soddisfare la domanda e, come ogni legge economica che si rispetti, è facile intuire la conseguenza più immediata di questo stato di cose: più un prodotto è richiesto e difficile da ottenere, più il prezzo sale alle stelle. Come si manifesta il caro prezzo di pellet e legna? In bolletta, naturalmente.
Legna e pellet: questo inverno sarà più freddo degli altri, non solo per il clima
In Lombardia, in particolar modo in queste ultime settimane, la richiesta di biomasse derivate dal legno è cresciuta vertiginosamente. Fra questi prodotti il più gettonato resta sicuramente il pellet, un derivato del legno utilizzato come combustibile.
La corsa a queste biomasse trova giustificazione nell’aumento del prezzo di gas e petrolio che ha reso praticamente indispensabile il ricorso al riscaldamento da combustione. Questa coperta però sembra essere sempre troppo corta. Con l’improvvisa domanda di mercato i magazzini iniziano a trovare difficoltà nello stoccaggio del materiale.
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Va da sè che anche il comparto vendite della legna e del pellet ha dovuto accrescere il prezzo di mercato della propria merce. Le biomasse combustibili sembrano non essere più un’alternativa tanto economica e risolutiva al problema del gas e del petrolio, quindi.
L’Associazione Italiana Energie agroforestali (AIEL) ha definito il fenomeno come un vero e proprio cataclisma. L’Italia ipendeva per l’import di pellet e biomassa legnosa dall’est-europa, mercato impossibilitato dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni mosse a carico di Russia e Bielorussia.
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Gli altri paesi che contribuivano a soddisfare la nostra domanda di biomassa hanno comprensibilmente interrotto gli scambi commerciali, bloccando l’export, per paura di rimanere sguarniti di materia prima per l’inverno imminente. L’inflazione, monitorata da Aiel, parla di un incremento dei prezzi del +48% per ogni sacco di pellet da 15 kg.
Tradotto significa che al nord della penisola se prima un sacco di pellet da 15 kg poteva essere portato a casa con 3,12 euro, ad oggi ne serviranno 4,64, con punte massime di 8,88 euro. Rispetto allo scorso anno il prezzo è salito da 307 euro per tonnellata a 368.
Questi dati risalgono allo scorso aprile, il che significa che il nuovo report di settembre presenterà un ulteriore e sicuramente ingenete aumento dei parametri. Il prezzo della legna in Lombardia è salito del 10% e per i mesi a venire la percentuale promette di attestarsi sul 25/30%.