L’avvelenamento da funghi è un fenomeno a cui prestare estrema attenzione. In molti casi la sintomatologia porta alla morte e non esistono antidoti.
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Per l’avvelenamento da funghi, ad oggi, non c’è ancora risposta. Di avvelentamento da funghi, in buona sostanza, nei casi più gravi, si muore. Il problema spesso è che buona parte della popolazione italia raccoglie funghi senza essere esperti conoscitori di questi organismi della terra esponendosi, così a rischio.
Consumare un piatto di funghi erroneamente identificati può trasformarsi in un’esperienza drammatica. Cerchiamo di capire cosa fare e cosa non fare in caso di avvelenamento.
Funghi avvelenati: cosa fare e cosa evitare in caso di intossicazione
Molte tradizioni popolari vantano proverbi presuntamente efficaci per il riconoscimento dei funghi. Fra queste credenze rientrano ad esempio quella per cui il fungo mangiato da una lumaca sia commestibile o l’affermazione per cui un fungo che cresce su un albero si possa mangiare. Questi e molti altri miti sono tassativamente falsi.
L’istituto superiore di sanità ha pubblicato sul sito del Bollettino Epidemiologico Nazionale (BEN), le statistiche raccolte dal Centro antiveleni di Milano relativo alle intossicazioni da funghi. Dal 98 al 2017 le consulenze per intossicazioni sono state 15.864 di cui 12,813, una grande percentuale, tramutata in caso clinico.
I sintomi da avvelenamento si manifestano entro le prime 6 ore successive all’ingestione. Il 40% degli intossicati, poco meno della metà, è morto, il 40% di questi non è arrivato alle cure per tempo essendo passate 24 ore dall’ingestione. I sopravvissuti hanno invece maturato un’insufficienza renale irreversibile.
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In ogni caso i pazienti avevano ingeerito funghi non riconosciuti e raccolti spontaneamente. Il CAV parla di 11 trampianti di reni richiesti dal 2000 al 2010. Ma come riconoscere un’intossicazione? Il CAV dice che i sintomi di malessere gastrointestinale si manifestano subito dopo aver consumato il pasto, entro le 3/4 ore in base alla tossicità.
Vomito e diarrea sono i sintomi subito evidenti che scopaiono entro una giornata massimo. Terminati questi sintomi iniziato i danni “silenti” agli organi interni da parte delle ematossine presenti nel fungo ingerito. Se mangi un fungo e compaiono vomito e diarrea corri subito in ospedale senza attendere il consulto medico e porta con te il fungo ingerito.
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In ospedale la prima forma d’intervento è la lavanda gastrica, il carbone in polvere o lassativi in generale seguiti da una flebo. Le cure seguenti mirano a proteggere gli organi colpiti pertanto prima si interviene maggiori sono le possibilità di sopravvivenza.