Ortaggi imperfetti ma buoni ecco perché tutti dovremmo acquistarli: è necessario un cambio di rotta per salvare il sistema
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Nell’era moderna i canoni di bellezza la fanno da padroni e dettano le regole in moltissimi settori, anche in quello agro-alimentare. Come è possibile starete pensando? Tutto vero in quanto sugli scaffali dei negozi arrivano solo i prodotti più belli e che rispettano determinati canoni estetici.
È il caso di frutta e verdure che solo se “perfetti” possono essere venduti. Ogni anno, così, si sprecano tonnellate e tonnellate di cibo che solo perché non bello viene escluso dalla filiera. Negli ultimi mesi, però, a causa della siccità, le cose stanno cambiando ecco perché tutti dovremmo acquistare anche gli ortaggi imperfetti ma buoni.
Lo spreco alimentare fatto ogni anno sulla frutta e la verdura è assurdo. La quantità che viene scartata senza arrivare ai consumatori finali è veramente tanta e solo perché non rispetta alcuni standard estetici. Un peperone, una carota, un pomodoro, solo perché non hanno una forma perfetta, non arriveranno mai sui banchi dei supermercati e dei negozi al dettaglio.
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È stata questa la dura legge del mercato contemporaneo. Ora però per via della siccità le cose stanno cambiando. La svolta è partita dal Regno Unito nel quale alcuni supermercati hanno deciso di rompere con questa “regola” salvando tantissimi ortaggi “brutti” e mettendoli ugualmente in vendita sui loro scaffali.
Una scelta saggia ed ecologica che punta non alla bellezza ma alla bontà degli alimenti. Che importa se una carota sia storta, o che un pomodoro non sia perfettamente tondo, la cosa essenziale che sia buono e di qualità. È questo il focus sul quale hanno puntato i supermercati attuando una scelta forte e di rottura contro le abitudini che si sono imposte e che tutti dovrebbero seguire.
In tempi di siccità, ma non solo, buttare frutta e verdura solo perché imperfetta è un vero spreco ed uno sfregio a chi muore di fame e nei confronti di chi ha lavorato tanto per ottenere quell’ortaggio. Ecco perché ovunque il monito inglese dovrebbe essere seguito.
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In Italia si sta già facendo qualcosa grazie al movimento che dice no agli sprechi alimentari e che si occupa di sensibilizzare i cittadini sull’importanza della qualità, del sapore e della bontà dei prodotti e non della loro bellezza estetica.