Da barista ad imprenditrice agricola. La storia di Fabiana Cavalli

Un’altra giovane donna, che lascia il mondo del bar per portare avanti la sua passione nell’attività agricola di famiglia

fabiana cavalli imprenditrice agricola
Mucche da latte (Foto di VIVIANE MONCONDUIT-Pixabay)

Nel 1974 comincia l’avventura di nonno Luigi, il quale apre un’attività a San Paolo di Torrile. Un’azienda agricola con molte mucche da latte. Oggi è condotta dai figli Paolo, padre di Fabiana, e Gabriele, lo zio.

Una lunga storia di famiglia, una passione che Fabiana ha sempre avuto. Si diploma all’alberghiero Magnaghi di Salsomaggiore. Già durante la scuola, inizia il tirocinio in un bar. Confessa in un’intervista di amare il lavoro di barista, e, in particolare, le piace il contatto con il pubblico.

Il ritorno alle origini: l’azienda di famiglia

Fabiana Cavalli imprenditrice agricola
Bottiglie di latte (Foto di pasita wanseng-Pixabay)

Nel periodo della chiusura, nel 2020, Fabiana, ritorna in famiglia, nell’azienda agricola, ritrovando la passione che ha fin da bambina. Le è sempre piaciuto stare nelle stalle, e partecipare anche alle visite del veterinario.

Oggi si occupa di 280 capi di bestiame, di cui 115 sono in mungitura. L’80% sono di razza frisona, mentre il restante 20%, è costituito da vacche rosse di diversi incroci. L’azienda è seguita da Coldiretti, e produce latte per Parmigiano Reggiano.

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Fabiana, in particolare, si occupa della vitellaia, dal momento del parto, fino alla gestione dell’intero piano alimentare. Controlla il peso dei vitelli, dalla nascita e durante le fasi della crescita.

Con il nick name @fabi_cavalli, su Tik Tok, ha raggiunto 16 mila follower, parla a “quelli del quarto piano”, nati e cresciuti in città, il mondo delle campagne. Ha deciso di prendere posizione in prima persona per spiegare a chi si accanisce contro gli allevatori, che c’è chi si attiva per il benessere degli animali.

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Non tutti allevano le mucche senza preoccuparsi del loro stato di salute e dello stile di vita. Gli animalisti, a volte, fanno di tutta un’erba un fascio, e si lanciano in campagne troppo aggressive. Gli allevatori, d’altro canto, non hanno mai preso posizione spiegando come stanno veramente le cose.

Gli animali, secondo Fabiana, non vanno umanizzati. E’ necessario, però, trattarli con cura e attenzione. Le valutazioni sul loro stato sono a carico solo del veterinario, l’allevatore si occupa del mantenimento durante la giornata. L’importante, continua Fabiana, è mettere amore nei gesti quotidiani, e anche un allevamento intensivo può portare alla produzione di ottimo latte.