Pianta del caffè, come riconoscerla dalle piccole bacche rosse

Il caffè, il suo profumo è il dolce risveglio del mattino, il suo aroma e gusto un toccasana per l’olfatto e le papille gustative

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Pianta del caffè (Foto di Daniel Ramirez-Pixabay)

Il caffè per noi italiani è un rito. Che sia al bar, con la moka o con le piccole macchinette in casa, l’importante è che sia un buon caffè. L’origine, la tostatura, l’intensità; insomma, esiste un mondo dietro a quelle piccole bacche rosse provenienti da paesi lontani.

Il mondo ci invidia l’arte che l’Italia ha perfezionato in una tazzina. Chi ha bevuto il caffè, in particolare al Sud, non se l’è più dimenticato. Riprodurre in casa quell’armonia di sapori è difficile, ma ci possiamo andare vicino con la scelta della miscela.

Come possiamo riconoscere la pianta del caffè?

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Chicchi di caffè non ancora tostati (Foto di Daniel Ramirez-Pixabay)

Partiamo dalle origini, un pò di storia per comprendere meglio come il caffè sia diventato un culto tutto italiano. La pianta nasce in luoghi lontani e caldi. Si tratta di piccoli alberi tropicali che appartengono al genere Coffea. La Famiglia botanica è quella delle Rubiacee, il gruppo è delle Angiosperme, all’interno del quale esistono oltre 600 generi e più di 10.000 specie.

L’origine del termine caffè, viene fatto risalire alla parola inglese Coffee, e risale all’incirca agli ultimi anni del ‘500, e preso dall’olandese Koffie. Quest’ultimo, a sua volta, ereditato dalla lingua turca ottomana Kahve e da quella araba Qahwah.

Esistono numerose leggende sull’origine della bevanda, una delle quali narra che il profeta Maometto, un giorno si sentì male ed ebbe la visione dell’ Arcangelo Gabriele, il quale gli offrì una pozione nera creata da Allah. Tale bevanda gli permise di rimettersi in forze.

Fu conosciuto in Italia per la prima volta a Malta. Alcuni schiavi turchi erano stati imprigionati dai Cavalieri di San Giovanni nel ‘500, e usavano il caffè per preparare la loro bevanda tradizionale.

E, finalmente, nel ‘600, arrivò a Napoli, quando un compositore inviò lettere dalla Terra Santa a un suo amico medico, dove menzionava, appunto, di questo infuso nero che gli arabi facevano bollire in grandi pentole piene di acqua.

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Oggi, la coltivazione delle piante di caffè, cioè la caffeicoltura, è un’attività molto importante per alcuni stati del mondo. Per esempio per il Brasile, Costa Rica Cuba, Salvador, Etiopia, Guatemala e Messico.

Una delle selezioni più apprezzate da noi è la Coffea Arabica, coltivata in Etiopia. Alle nostre latitudini, non è possibile coltivarla per scopi commerciali, però possiamo averla in vaso, come ornamento del nostro balcone o giardino.

Infatti, le foglie sono lucide e di un colore verde molto intenso e sono belle da vedere. La loro forma è ovale con un apice appuntito. Crescono su rami con un arbusto solido ed eretto, che può raggiungere i 5 o 6 metri di altezza, se coltivate in giardino. Nei vasi, naturalmente, le dimensioni sono molto più ridotte.

E’ preferibile iniziare la coltivazione trapiantando una piccola piantina piuttosto che dai semi. Una volta messa a dimora in un vaso dalle dimensioni generose, ricordiamoci di posizionare la pianta al sole.

Ama, infatti il caldo, le annaffiature abbondanti, in particolare durante i mesi estivi. Facciamo attenzione ai ristagni, che potrebbero rovinare le radici. La temperatura ottimale va dai 25° durante il giorno e i 15° durante la notte. Quindi, se in estate possiamo lasciarla all’esterno, in inverno è necessario portarla in casa, vicino a una fonte di luce.

Il frutto che cresce sui rami, è una piccola bacca verde e rimane tale per diverso tempo. In seguito cambia, non solo dimensione, ma anche il colore, diventando di un rosso vivo e lucido. Al suo interno è custodito il seme, che è anche il nostro chicco di caffè.

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Il terreno ottimale per avere una pianta sana e bella, è un mix tra terra e concime. Il ph deve essere subacido, tra i 6 e i 6.6, quindi è preferibile scegliere un terricio specifico per acidofile e mescolarlo con humus di lupini macinati. Per un perfetto drenaggio dei liquidi, è consigliabile aggiungere sul fondo del vaso dell’argilla espansa.

Se vogliamo aggiungere un’altra piantina a quelle che già abbiamo, possiamo moltiplicare la nostra Coffea Arabica per talea. Prendiamo un ramo tagliandolo dal germoglio centrale, della lunghezza di non più di 20 cm, e lo piantiamo direttamente in un vaso con la terra. Nel giro di poco tempo, la pianta comincerà a crescere.

Se seguiamo questi pochi e semplici accorgimenti, otterremo un ottimo risultato. Avremo una bellissima pianta ornamentale che ci regalerà le sue bacche rosse alla fine di ogni primavera.

 

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