Il prezzo del metano, il più comune fra gli idrocarburi, è alle stelle. Le conseguenze per gli utenti e gli operatori del settore si fanno insostenibili.
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Quella di fare il pieno è diventata una pratica obsoleta. A Cremona, in nord-Italia, il metano ha raggiunto i 4 euro per Kg, un aumento senza precedenti se confrontato con il prezzo dello scorso febbraio, di 0,98 centesi per Kg.
Nelle zone più centrali e più periferiche della città, il prezzo è ugualmente salito raggiungendo cifre quadruplicate rispetto agli standard di pochi mesi fa. Analizziamo le ripercussioni sulla popolazione e il malcontento generale dei gestori locali.
Metano alle stelle, i cittadini di Cremona non fanno più il pieno
La crisi energetica ha quadruplicato il prezzo del carburante alla pompa di benzina, è un fatto. Il metano in particolare ha raggiunto picchi inediti e, fra gli altri idrocarburi, anche il gas di petrolio liquido (GPL) sembra andare nella stessa direzione.
Il Gpl è infatti salito, non ai livelli del metano ma ugualmente si registra un aumento che ne attesta il prezzo sugli 0,8 euro per kg. Quanto a Benzina e Diesel, la prima si trova attorno agli 1,7/1,8 euro per kg, l’altro registra un aumento di 10/15 centesimi in più per kg.
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In particolare i recenti aumenti di Benzina e Diesel non sono stati ricondotti a manovre economiche emergenziali necessarie al fronteggiamento della crisi. Si parla piuttosto di speculazioni finanziarie a carico di imprenditori, produttori e fornitori.
A Crema la situazione Metano desta non poche preoccupazioni. Le nuove dinamiche seminano insoddisfazione presso l’unica stazione adibita al servizio di rifornimento dell’indrocarburo in questione, gestita da Dario Festari. Festari dichiara a La Provincia di non ricevere alcun ausilio a fronte dello stato di cose.
Costui si trova a gestire la stazione in via di Treviglio, la Keropetrol, da circa 35 anni. Nonostante l’aumento vertiginoso dei prezzi, che ha causato un evidente assenteismo presso la pompa, ciò che riesce a guadagnare si attesta sempre attorno e mai al di sopra dei 4,7 cent. per kg.
Per fortuna la stazione di rifornimento eroga anche Diesel, Benzina e GPL, altrimenti il suo destino sarebbe stato già segnato. Nessuno, dichiara il gestore, si ferma più a fare il pieno, eccezion fatta per chi possiede delle auto con duplice serbatoio, quelle di ultima generazione, da poter rifornire con la benzina.
Il metano non è più avvicinabile, chi ne ha la possibilità si orienta comprensibilmente sulla benzina, ferma sotto gli 1,7 euro al litro. I modelli di auto a metano più diffusi sono a marchio tedesco. I proprietari, convinti di fare un acquisto che avrebbe comportanto risparmi visibili data l’esenzione dalla tassa del bollo, sono ora disperati.
Il serbatoio per la benzina di cui dispongono le auto a metano di ultima generazione sono, per evidenti motivi, poco capienti. 7/8 litri di benzina non bastano per coprire lunghe tratte, il resto dovrebbe essere alimentato e coperto dal metano, ad ora inavvicinabile.
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Le organizzazioni nazionali che rappresentano i distributori di metano hanno già fatto domanda al governo presentando la chiara richiesta di far fronte alla situazione. Dario Festari dichiara di non aver mai assistito in 35 anni di attività ad una situazione tanto drammatica.
Le stazioni di rifornimento monouso saranno destinate a chiudere entro un paio di mesi massimo se la situazione non si normalizza. Un normale aumento dei prezzi sugli idrocarburi si attesta su percentuali del 40/60%, il prezzo del metano è salito in modo indubbiamente anomalo: il suo valore è aumentato di 12 volte.
La situazione per il trasporto pubblico sembra invece più gestibile. A Brescia il trasporto pubblico, esclusivamente a gas, sembra risentire della situazione, in provincia, invece, Autoguidovie non accusa troppo il contraccolpo della crisi energetica.