Scegliere il miglior pellet sul mercato non è semplice. Ecco allora una pratica guida per non sbagliare.
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In tempi di caro energia come quelli che stiamo vivendo, la gente cerca sempre di più valide alternative al gas per riscaldarsi, considerati i costi ormai alle stelle della materia prima.
Una delle alternative più in voga è sicuramente la stufa a pellet, ovvero delle particolari stufe che utilizzando il pellet come combustibile per generare calore.
Il pellet non è altro che una biomassa che deriva dal legno, che una volta lavorata, viene pressata sotto forma di piccoli cilindri. Oltre ad essere molto vantaggioso in termini economici, il pellet è anche una fonte di energia ad impatto zero, considerato che non ha alcuna emissione nociva per l’ambiente.
Non esiste però un unico tipo di pellet, il mercato infatti è pieno di prodotti differenti, che variano non solo di prezzo ma anche di qualità. Ma allora come fare a scegliere il miglior pellet sul mercato? Scopriamolo insieme grazie alla nostra guida dettagliata che vi permetterà di scovare il miglior prodotto di qualità.
Se avete deciso di acquistare una stufa a pellet, molto probabilmente il vostro obiettivo è quello di scaldare casa nel miglior modo possibile e sopratutto risparmiando quanto più si può.
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Per sfruttare al massimo l’efficienza di questo sistema di riscaldamento è necessario disporre di un pellet di qualità. Vediamo allora quali sono le caratteristiche che fanno di un determinato prodotto un top di gamma.
Si tratta dell’energia ricavata dalla combustione del pellet. Questo valore varia da prodotto a prodotto, motivo per cui si dovrà sempre fare attenzione a leggere il potere calorifico dichiarato. Un buon potere calorifico è di circa 4.5 kWh/Kg.
I pellet hanno un determinato tasso di umidità e viene da sé che maggiore è questo tasso, minore sarà la resa della nostra stufa. Generalmente il tasso di umidità deve essere minore del 10%.
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Se si è alla ricerca di un pellet di qualità si deve stare attenti ai residui di cenere dichiarati. Questi devono avere una percentuale minore dell’1%, altrimenti si potrebbe incorrere in un intasamento della stufa.