Sospesa l’apertura della caccia in questa regione: la decisione del Tribunale

Con Settembre, in Italia, ricomincia la stagione della caccia, ma non in Campania: WWF e Lipu BirdLife ne bloccano l’apertura

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Cane da caccia con la preda (Foto di Ndine11-Pixabay )

Come ogni anno, l’arrivo di Settembre dà inizio, per chi ama questo sport, alla caccia. In ogni regione d’Italia, si riprende a camminare per i boschi, e a sparare a uccelli, lepri, cinghiali. Naturalmente, non si può cacciare a caso. L’attività venatoria è regolarizzata, in base al periodo della caccia.

Non solo, le specie di uccelli che si possono abbattere sono specificatamente dichiarati, non si possono cacciare quelli in pericolo di estinzione. Ma, se un tempo cacciare era una necessità, oggi, è definito uno sport. Il cacciatore è soprattutto, un appassionato di boschi, di segugi e fucili.

Che cosa è successo in Campania, all’apertura della stagione venatoria

caccia Campania bloccata
Pallettoni da caccia (Foto di jacqueline macou-Pixabay)

Se in molte regioni, la caccia ha avuto inizio senza intralci, in Campania, la cosa è stata diversa. Il TAR della Regione, ha sospeso il calendario venatorio, ma solo nella parte che riguarda le modifiche apportate al testo ed approvate il 13 luglio di quest’anno.

Ha fissato l’udienza per il giorno 11 Ottobre per definire il tutto. Per il momento, dal 18 al 30 Settembre, in Campania, rimane la possibilità di cacciare soltanto alcune specie di uccelli, quali il Colombaccio, la Tortora e il Merlo. Mentre l’apertura generale è stata rimandata all’1 Ottobre.

Il TAR, ha accolto l’istanza di due associazioni che operano in favore degli animali: la Lipu Birdlife e il WWF. La richiesta, da parte dell’Avvocato Balletta, difensore delle due Associazioni, è stata accettata e, quindi, sospesa la caccia per alcune specie di uccelli: Alzavola, Canapiglia, Codone, Folaga, Porciglione, Germano reale, Gallinella d’acqua, Marzaiola, Fischione, Mestolone, Beccaccino e Frullino.

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La Regione, con una delibera, ha modificato il calendario, ma pare che le motivazioni non fossero per tutelare la fauna selvatica. Sembra che l’interesse fosse solo quello di anticipare la caccia di alcuni uccelli, cedendo, in questo modo, alle pressioni di alcune associazioni venatorie.

WWF e LipuBirdlife, sottolineano quanto la Regione Campania, non sia stata in grado di resistere alle pressioni di determinati ambienti. Ciò dimostra anche che i principi di tutela della biodiversità e dell’ambiente, non sono una priorità.

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Le due Associazioni incalzano affermando che:

“Non possiamo che stigmatizzare il comportamento prepotente arrogante tenuto dalle associazioni venatorie che partendo dall’assunto secondo cui la fauna selvatica, che è patrimonio di tutti, sia un bene di esclusiva proprietà dei cacciatori, hanno dato vita a una campagna di pressione fortissima”.

Ogni anno, in questo periodo si assite a diatribe che non hanno e, forse, non avranno mai fine, tra cacciatori e difensori dei diritti degli animali. Nonostante i tempi di caccia siano stati drasticamente ridotti, così come i luoghi e gli animali da poter cacciare, il dibattito rimane sempre acceso e senza fine.

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