Gli eventi estremi sono sempre più frequenti in tutto il mondo: l’Italia è a forte rischio per via di un territorio giovane e fragile.
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Ormai lo abbiamo capito da tempo, i fenomeni naturali catastrofici saranno sempre più frequenti nel prossimo futuro. Colpa dell’attività antropica e dell’emergenza climatica. Il nostro Pianeta vive in bilico e si trova in una situazione davvero precaria. In particolare, il nostro territorio è molto fragile per via di molteplici fattori.
Morfologicamente, l’Italia è un territorio ancora giovane, e per questo è anche molto agitato, ne sono un esempio i continui terremoti e movimenti della crosta terrestre. Un altro fattore che incide parecchio sui disastri, è la scriteriata urbanizzazione di aree a rischio, nonché una concezione di edilizia vecchia, che affonda le radici nell’antichità. Senza contare i pochi o inesistenti investimenti per modernizzare infrastrutture e mettere in sicurezza intere aree.
L’Italia ha una doppia anima, se da una parte possiede un territorio giovane, i suoi paesaggi urbanizzati sono tra i più antichi del pianeta, essendosi qui sviluppata la civiltà occidentale. Sono sempre più frequenti eventi meteo drammatici, l’ultimo ha colpito le Marche, poco tempo fa, causando 11 morti, 50 feriti e danni incalcolabili ad abitazioni e infrastrutture.
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Secondo il rapporto dell’Osservatorio CittàClima 2021 di Legambiente, le aree del nostro territorio messe più a rischio sarebbero 14. Gli esperti hanno confrontato tutti gli eventi accaduti negli ultimi dieci anni, facendo una stima delle zone più colpite.
In soli dieci anni, l’Italia è stata colpita da più di mille eventi estremi. Solo nel 2021, i fenomeni catastrofici sono stati 133. Si è notato, quindi, un incremento del 17% all’anno. Una cosa che fa spavento e che non promette niente di buono per l’immediato futuro.
Tra le città più colpite da eventi climatici estremi c’è la Capitale Roma, che ha subito più di 50 fenomeni, soprattutto allagamenti causati dalle forti piogge. A seguire, Bari, che ha subito più di 40 eventi catastrofici. Le aree del milanese, che convivono ormai con le continue esondazioni dei fiumi Seveso e Lambro, oppure la Sicilia, afflitta da alluvioni e trombe d’aria.
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Infine, il Salento, anche questo frequentemente colpito da violente trombe d’aria. Come sostiene Legambiente occorre un piano di adattamento ai cambiamenti climatici, in modo tale da rivedere gli interventi previsti dal Recovery Plan. Il MiTE sta lavorando proprio su questo, individuando al dettaglio le aree d’Italia più colpite da eventi climatici estremi.