Il mare, a volte, ci restituisce tesori inaspettati, pieni di fascino da lasciare noi spettatori senza fiato
Il fascino del mare non è limitato alla superficie ma va ben oltre. Nelle sue profondità infatti ci sono misteri di ogni genere ancora sconosciuti. Non solo la fauna marina ci riserva sorprese incredibili, ma anche le opere dell’uomo sono state custodite dalle acque per millenni.
A volte, il mare ci restituisce tesori di cui non sapevamo nemmeno l’esistenza. Splendide statue, manufatti e relitti marini sono stati scoperti nel corso degli anni e vengono ritrovati ancora oggi, sconvolgendo le nostre conoscenze sulla storia.
Nuova luce sulla storia dell’antica Roma
Un importante reperto storico è stato rinvenuto recentemente nelle acque dell’isola di Ponza, davanti alle grotte di Pilato. Il ritrovamento è stato fatto dai sommozzatori della stazione navale di Civitavecchia, in collaborazione con il responsabile del servizio di tutela subacquea archeologica, delle belle arti e paesaggio delle province di Frosinone e Latina.
I reperti in questione, sono delle lastre di terracotta decorate a rilievo, con un motivo floreale denominato la donna fiore, fatto risalire all’epoca romana, tra il II ed il I sec a.C. Secondo gli esperti, queste lastre sono un rivestimento architettonico ornamentale che richiamano alcune decorazioni simili nel Lazio, in Abruzzo, nelle Marche e in Campania.
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Molto probabilmente provengono da un imponente complesso romano, situato sull’isola di Ponza, in una splendida posizione sul promontorio meridionale denominato Punta della Madonna.
Questa ipotesi è molto verosimile anche se la scoperta del manufatto è avvenuta in giacenza secondaria, ossia in un contesto che non corrisponde a quello originario per svariati motivi, quali ad esempio eventuali manomissioni o spostamenti.
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Di questa grande struttura si conosce poco. Le terracotte fanno emergere un dettaglio temporale importante e contribuiscono ad arricchire dati storico-scientifici che delineano meglio il legame di Roma con l’isola di Ponza.
Sappiamo che i romani ne fecero un luogo di villeggiatura, e questo è testimoniato anche dalla presenza delle cisterne in terracotta per la raccolta dell’acqua piovana scavate nel tufo, dall’acquedotto e dalle grotte d Pilato.
Queste ultime sono scavate ed intagliaite con maestria, sia sopra che sotto il mare. Esse appartenevano alla villa della figlia dell’imperatore Augusto e, visto il soprannome di antico murenario romano, quasi sicuramente si usavano per l’allevamento delle murene.