Fermato il bando indetto dal Parco del Delta del Po, i daini, per il momento, sono liberi e non corrono pericoli
Il Presidente dell’ente della gestione del parco del Po, Massimiliano Costa, i daini non appartengono a questa zona. Sono ritenuti una specie invasiva. Arrivati dalla Mesopotamia, da noi, formano grossi branchi, che alterano gli ecosistemi naturali del parco.
Continua dicendo che:
“La pineta rischia di essere seriamente danneggiata con il loro continuo brucare e alcune specie vegetali – come il pungitopo – stanno già sparendo. I lupi, che stanno tornando, sono un nostro alleato per contenerli ma sono arrivati troppo tardi. Non bastano per fermare i daini”.
Il bando presentato per la cattura dei daini, è anadato a vuoto
Il 15 settembre scadeva il bando per la cattura dei daini che, sembra, stiano minacciando la flora del parco del Delta del Po. Nessuno, però, ha avanzato la propria candidatura, di conseguenza, per il momento i daini rimarranno liberi.
La richiesta era di catturare almeno un centinaio di esemplari tra la pineta di Classe, e quella di Volano. Gli animali, poi, potevano essere abbattuti e mandati al macello pronti per la vendita. Il valore della carne, oggi, varia tra i 4 euro al Kg per gli esemplari maschi, e poco di più per le femmine e i giovani.
C’è, comunque, il limite di non superare i 300 esemplari in un anno e nei 3 successivi alla data la concessione, per un numero complessivo di 900 esemplari. Questo avrebbe permesso, a chi si fosse aggiudicato il bando, di incassare dalla vendita, intorno agli 80 mila euro all’anno per le carni.
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Le associazioni ecologiste, non si sono fatte attendere, e hanno chiesto ai responsabili del parco di valutare soluzioni alternative. Gli animalisti della Rete Associazioni Tutela Daini Classe e Volano, hanno indetto una raccolta firme, perchè il bando venisse ritirato.
Così, il primo bando è fallito. Altra proposta sarebbe intervenire con la sterilizzazione. Sembra esista una bozza di progetto in questi senso, portato avanti dall’assessore Mammi, insieme alla LAV e al dipartimento di veterinaria dell’università. Al momento, però, pare sia stato accantonato.
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La causa di tale stop, sembrerebbe, dalle parole di un comunicato del gruppo animalista, da imputare ai costi che ammonterebbero a 400mila euro. Le informazioni, comunque, sempre secondo il gruppo animalista, sarebbero frammentarie e poco chiare.
Al di là della politica, comunque, per il momento i daini sono fuori pericolo. Potranno rimanere a vivere nel bellissimo Parco del Delta del Po, ancora per molto tempo, o, per lo meno, fino a quando, non verrà presentato un altro bando.