Quando acquistiamo gli indumenti per i nostri bambini, cerchiamo sempre la qualità, ma siamo sicuri sia davvero così?
Esiste un composto chimico altamente tossico, che, ancora oggi, viene utilizzato per il confezionamento di alcuni indumenti. Si tratta del PFAS, diventato famoso nei primi anni del 2000, dopo aver scoperto la sua presenza nelle acque delle case di molti italiani, in Piemonte e in Veneto.
Al tempo furono presi dei provvedimenti, e le aziende che causarono danni ambientali non indifferenti, furono denunciate. Oggi, la presenza di questo inquinante torna alla ribalta, sembra se ne trovino tracce addirittura negli indumenti e uniformi scolastiche dei nostri figli.
I PFAS sono delle sostanze perfluoroalchiliche, o acidi perfluoroacrilici. Appartengono alla famiglia di quei composti chimici che vengono utilizzati prevalentemente nelle industrie che confezionano abiti, pentole antiaderenti, contenitori alimentari e rivestimenti di oggetti quali tappeti, sedili, divani.
Insomma, è una componente che possiamo trovare un pò ovunque. E’ stato ampiamente dimostrato che si tratta di una sostanza tossica per l’uomo, e, altamente inquinante per l’ambiente. Tuttavia, negli ultimi tempi, ne sono state trovate delle tracce negli indumenti confezionati per i bambini.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista americana Environmental Science&Technology. Lì, la situazione è preoccupante, poichè milioni di alunni indossano divise scolastiche resistenti alle macchie, almeno per 8 ore al giorno.
I PFAS, infatti, sono impiegati nella produzione di abiti resistenti all’acqua, come il gore-tex, o alle macchie. E, purtroppo, spesso le etichette che troviamo all’interno di un capo, non sempre riportano la composizione esatta.
Eppure, è importante sapere che cosa indossiamo. La nostra pelle, oltre che ad essere l’organo più esteso, è anche il nostro terzo plomone. E, sembra che i Pfas entrino nell’organismo andando ad intaccare il nostro sistema endocrino, compromettendo la crescita e la fertilità.
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Gli effetti non sono immediati, si vedono dopo una lunga esposizione al composto chimico. Alcuni studi hanno rilevato la loro presenza anche nel sangue del cordone ombelicale e nel latte materno.
Si, perchè, questi composti, oltre ad essere assorbiti attraverso la pelle, possono essere anche inalati, perchè gli alcoli fluorotelomeri sono volatili. Senza contare il danno per l’ambiente, nel momento in cui gli indumenti vengono lavati, gettati o reciclati.
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Non possiamo che sperare nelle autorità competenti e nel loro lavoro per limitare il più possibile l’uso e la diffusione del PFAS. Il suggerimento è quello di rimpiazzarlo con sostenze alternative con composti fluorurati di nuova generazione.
Da parte nostra, la scelta di ciò che acquistiamo è fondamentale per portare le grandi aziende a fare scelte sempre più ecologiche ed eco-compatibili. Ne va del nostro futuro, di quello del pianeta e, soprattutto, di quello dei nostri figli.