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Giardinaggio

Pini divorati dalla cocciniglia, la situazione non è delle migliori

I pini stanno vivendo una situazione poco piacevole già da molto tempo, purtroppo ora è peggiorata, si cercano nuove soluzioni

Ramo di pino (Foto di Zdeněk Chalupský-Pixabay)

La comparsa del parassita che sta mettendo a dura prova i pini di Roma risale al 2018. Si è diffuso poi, a macchia d’olio nel corso del 2020, anno in cui sono partiti i primi interventi su 200 esemplari.

La cocciniglia tartaruga, il parassita dei pini, è, purtroppo, letale per queste piante. Una volta trovata la causa della morìa delle conifere,  ci sono voluti anni per individuare il trattamento fitosanitario più efficace.

La cocciniglia tartaruga e la morìa dei pini

Cocciniglia tartaruga (cocciniglidelpino)

Solo nel 2021 sono state predisposte a livello ministeriale le linee guida riguardo il trattamento da effettuare per contrastare il parassita. La regione ha poi approvato con delibera ed è partita ufficialmente la battaglia contro l’insetto infestante.

L’obiettivo di questo trattamento è quello di eliminare completamente la cocciniglia e viene effettuato attraverso iniezioni di insetticida, l’abamectina, nel tronco dei pini .Nel 2021 sono stati effettuati circa 8500 interventi, nel 2022 oltre 27000 e molti altri seguiranno.

Un intervento di questo tipo non era mai capitato prima, a detta della dirigente del servizio fitosanitario regionale. Il trattamento però non ha dato i rsultati sperati, visto cle è stato certificato l’ampliamento delle zone infestate dal parassita.

Questo ha portato alla necessità di iniziare delle ricerche specifiche, effettuate dall’università dellaTuscia e finanziate anche dalla regione Lazio. Si è studiato il ciclo vitale dell’insetto, acquisendo informazioni molto preziose ed essenziali per modificare l’intervento.

Il parassita si sposta da una chioma all’altra dei pini con il vento, spiega il professor Stefano Speranza dell’università della Tuscia, e il suo ciclo vitale, dall’uovo all’adulto, è di tre o quattro generazioni. Ogni generazione vive dalle 9 alle 10 settimane, quindi ritorna tutti gli anni sulle piante gestite.

Secondo i test effettuati, il principio attivo dell’insetticida iniettato nel tronco impiega circa quaranta giorni a salire verso la chioma dell’albero, e lì rimane efficace per circa sessanta giorni, dopodiché scende.

L’abamectina termina la sua efficacia e non lascia residui, ma visto che le cocciniglie ritornano ci sarebbe bisogno di un altro trattamento. Secondo il direttore dell’istituto nazionale per la protezione delle piante, Federico Roversi, questa terapia è un metodo utile fino a che non si trova una cura basata suu un controllo biologico.

La chimica dell’insetticida è utile al momento ma non basta ed è evidente. Si cominciano ad esplorare altre possibilità. Potrebbe magari trattarsi di un predatore naturale della cocciniglia che rimane sull’albero per difenderlo? La ricerca dunque prosegue su un altro campo visto che l’intervento massivo sui pini non ha dato i risultati sperati.

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