Parchi italiani, invasi dalle sigarette: situazione insostenibile

Un dato per nulla incoraggiante quanto emerso di recente su un’attività di raccolta volta alla rimozione ed alla pulizia dei parchi. La situazione è davvero insostenibile.

Minaccia rifiuti sigarette
donna che fuma – Pixabay

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Una situazione veramente angosciante quella che si verifica in Italia. Dobbiamo ammettere di essere un popolo che sporca, inquina e lo fa a volte quasi con sfrontatezza senza capire i danni che ne derivano. Azioni che vedono noi stessi come i primi poi a patire gli effetti deleteri di questa sporcizia. Una cattiva abitudine destinata a non morire.

Negli anni sono aumentate infatti le associazioni di volontari che si attivano la domenica mattina per andare a pulire i rifiuti gettati da altri allo scopo di dare il buon esempio oltre l’invito a non sporcare più. Ma riescono nel loro intento? La strada è abbastanza lunga ancora da percorrere e questi dati ce lo dimostrano purtroppo chiaramente.

Parchi italiani invasi da sigarette; situazione agghiacciante

Parco colmo mozziconi
parco autunnale – Pixabay

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Anche quest’anno è partita l’indagine condotta da Legambiente la quale raccoglie, divide e cataloga i rifiuti che vengono trovati nei parchi italiani allo scopo di fare il punto della situazione grazie all’ausilio dei suoi 697 volontari. I parchi analizzati sono quello della Martesana di Milano, il Parco di Nunno di Avellino ed il Parco Chico Mendes di Perugia. Quello che è emerso è una situazione agghiacciante.

I rifiuti particolarmente trovati sono i mozziconi di sigaretta: 1.090 a Milano, ad Avellino 1.017 ed a Perugia 953. in generale sono stati trovati 5 rifiuti in ogni metro quadrato per un totale di 31.961. Il 42% è costituito da mozziconi, seguono tappi di bottiglia o di barattoli e linguette di lattina. Negli ultimi tempi non sono mancate ovviamente le mascherine, tantissime infatti sono state ritrovate abbandonate.

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I rifiuti che sono stati trovati pertanto appartengono alla categoria degli usa e getta o imballaggi, rispettivamente 21% e 26% del totale. Solo nel 24,2% dei casi vi sono i cestini per consentire a chiunque di poter procedere quindi alla raccolta differenziata secondo i materiali. Una situazione per nulla incoraggiante e che merita pertanto di essere monitorata attentamente.

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