Possiamo coltivare in casa gli ortaggi che ci piacciono, sono in formato micro, ma ugualmente sani e gustosi
Con il termine micro ortaggi, si fa riferimento a una specie di piante raccolte in fase intermedia, tra il germoglio e la maturazione. Questa tempistica si giustifica con la maggior concentrazione di nutrienti e vitamine presenti nelle piantine. Secondo alcune persone si tratta dell’alimentazione del futuro.
E’ possibile coltivare qualsiasi tipo di ortaggio. E’ un metodo sempre più diffuso nelle case di molte persone. Anche gli chef li inseriscono sempre più spesso nella loro ristorazione, aggiungendo colori e sapori alla loro cucina.
Come coltivare i microgreens
Prima di tutto sottolineaimo il fatto che non sono prodotti OGM. Si tratta di una particolare variante di verdure, che si riferisce principalmente ad una versione rimpicciolita degli ortaggi più diffusi.
E’ una nuova tipologia che comprende, inoltre, piante spontanee ed erbe aromatiche. I microgreens sono il risultato di ricerche atte a garantire un raccolto precoce. che consente il raccolto dopo 7-20 giorni dalla semina.
Le varietà più diffuse sono carote; finocchi; bietola; radicchio; scarola; spinaci; basilico; bietola; lattuga; cipolla; zucca; melone; cetriolo; cavolo; broccolo; sedano; verza; farro, cavolfiore; piselli; melone; fagioli; fagiolini; fave; avena; orzo; riso; grano tenero e duro; quinoa; basilico; cumino; erba cipollina; coriandolo.
E’ facile trovare i semi di microgreens in specifici mercati biologici ma ormai, anche nella grande distribuzione. Cimentarsi in questa impresa può sembrare difficile ma non lo è, basta seguire qualche semplice consiglio.
Il primo passo è la scelta del contenitore. Le dimensioni variano a seconda della superficie che si intende coltivare, e il materiale da preferire è la plastica. L’altezza del vaso non deve superiore ai 5 cm, in modo da assicurare alla piantina una corretta esposizione alla luce.
L’ultimo accorgimento riguarda il fondo che deve necessariamente essere forato. Ciò per favorire l’eliminazione dell’acqua in eccesso, in questo odo si evitano i ristagni che possono causare muffe e funghi.
La semina varia a seconda della tipologia dei semi, se sono grandi ne vanno piantati uno o due per centimetro quadrato, se invece sono piccoli, si arriva fino a un massimo di quattro. Il terriccio va scelto con cura, quello più utilizzato per i micro ortaggi è senza dubbio la torba, facilmente reperibile in commercio.
Particolarmente indicata però è anche la fibra di cocco. Si possono utilizzare anche perlite, lana di roccia, argilla espansa o altri materiali inerti. Ciò per dare supporto alla pianta, le cui radici si immergono in una soluzione di acqua addizionata di sali minerali o concimi.
La coltivazione può essere anche in idroponica, a ciclo aperto, ossia l’acqua che passa dalle radici viene scaricata perdendosi. Oppure a ciclo chiuso che permette il recupero dell’acqua delle vasche. Gli sprechi idrici in questo modo. sono notevolmente ridotti e si riutilizzano i sali minerali disciolti e non assorbiti dalle piante.
Nella prima fase si ha la germinazione, che dev’essere svolta in totale assenza di luce ad una temperatura media tra i 20 e i 24°C. Le vaschette vanno coperte, al fine di aumentare la temperatura interna e mantenere l’umidità del substrato e dell’aria.
Questa fase dura dai due ai tre giorni. Nel passaggio successivo, quello della crescita, si consiglia una temperatura media tra i 16 e i 18°C. e l’esposizione alla luce deve avvenire per un periodo non inferiore alle 14 ore al giorno.
In commercio si trovano delle lampade a LED studiate per i micro ortaggi. Illuminano senza produrre calore, emettendo una luce simile a quella del sole e vantano un consumo energetico molto basso.
Durante la fase di germinazione, per l’irrigazione. si può usare un nebulizzatore per mantenere il giusto grado di umidità. Una volta spuntate le piantine, si dovrà annaffiare dal basso, perché queste sono molto delicate. L’acqua deve avere un pH 7,3, in assenza di sostanze disciolte e priva di ioni.
I microgreens sono ricchi di nutrienti e vitamine, si stima fino a 10 volte superiori agli ortaggi da campo. Possiamo definirli superfood e forse, nel prossimo futuro, questa tipologia di coltivazione potrebbe divenire la norma.