Settimana lavorativa corta, in Italia è ancora un miraggio: gli assurdi motivi

La settimana lavorativa corta in Italia non decolla mentre è boom all’estero: vediamo insieme per quale motivo

settimana lavorativa corta
Riunione di lavoro (foto di Malachi Witt da Pixabay)

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La pandemia ha modificato radicalmente le abitudini di tutti, a tutti i livelli, in tutti i settori. Per quanto riguarda il lavoro ha preso piede lo smart working che ha cambiato l’approccio lavorativo a livello globale. Ampio spazio alla flessibilità e al benessere dei lavoratori in un nuovo concetto di lavoro.

Le aziende si sono rese conto di quanto sia più produttivo un lavoratore felice ed appagato e dallo smart working si è delineata una nuova filosofia imprenditoriale. Uno dei punti del cambiamento in atto è la valutazione della settimana lavorativa corta. In molti paesi è già una realtà consolidata, ma in Italia come siamo messi?

Settimana corta: la prova in molti paesi

4 giorni lavoro miglior produzione
Ambiente lavorativo (foto da Pixabay)

Per settimana lavorativa corta si intende la riduzione a 4 giorni lavorativi contro i 5 attuali. Ma questo come si sposa con la produttività? In pratica nei 4 giorni i dipendenti hanno lo stesso guadagno lavorando però all’80% del loro orario mantenendo il 100% della loro produzione. Un patto tra azienda e lavoratori che sembra dare ottimi risultati.

Meno ore di lavoro ma più impegno, maggiore concentrazione, meno dispersione di tempo e risorse. L’equazione sembra funzionare in molti paesi dove le aziende hanno fatto le prove generali. Il Regno Unito sta sperimentando la modalità di lavoro corta da 6 mesi ed è l’ultimo paese in ordine di tempo.

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Molti paesi come la Spagna, l’Islanda, gli Stati Uniti, ma anche il Canada, l’Australia e la Nuova Zelanda attuano prove di settimana corta. In Belgio addirittura è diventata legge con l’orario lavorativo spalmato in meno giorni. Ma in Italia cosa sta succedendo? Siamo in scia? Niente da fare, siamo indietro considerando che solo due aziende milanesi la stanno sperimentando.

Carter & Benson e Awin Italia provano a dare il via alla nuova modalità di lavoro. L’idea di concepire il lavoro diversamente dalla tradizionale applicazione ha bisogno di determinazione e organizzazione. Lo sforzo è comune tra azienda e dipendenti con il medesimo obbiettivo e ampia condivisione, dialogo e fiducia reciproca.

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In Italia è tema di grande discussione legata proprio alla concezione stessa che il nostro Paese ha del mondo del lavoro. L’equazione più tempo libero per i lavoratori più produttività per l’azienda non convince. Problema culturale dunque difficilmente superabile legato ad un retaggio del passato radicato nel profondo.

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