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La castagna matta, perché ne dovresti tenere una sempre in tasca

È una vecchia usanza, un rito scaramantico da fare in autunno, è la leggenda della castagna matta: ecco perché tenerne una sempre in tasca.

Manciata di castagne in mano (Pixabay)

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Si tratta di una antica usanza popolare, un rito scaramantico che prevede un gesto semplicissimo, ossia tenere una castagna sempre in tasca. Come mai? Secondo la tradizione contadina, il rito scaramantico si dovrebbe mettere in pratica proprio in autunno. Perché questa tradizione e come mai si utilizza proprio una castagna?

La castagna viene utilizzata per le sue virtù benefiche, ed è collegata all’autunno, la stagione dei malanni, quando arrivano i primi freddi che portano influenza, raffreddore, tosse, mal di gola e dolori vari. Uno potrebbe immaginare un buon decotto a base di castagna, oppure uno sciroppo, per combattere i malanni, in realtà non è così. Si deve soltanto mettere una castagna nella tasca della giacca.

La tradizione della castagna matta, un rito scaramantico da fare in autunno

Castagne giganti (Pixabay)

Bisogna fare una precisazione, la castagna da tenere in tasca, secondo la tradizione, non è quella che conosciamo e che consumiamo regolarmente, ma è la castagna matta, originaria dell’India. È una varietà grossa, tonda e lucida, non commestibile perché composta da tossine che procurerebbero crampi allo stomaco. È il frutto dell’ippocastano, cioè tossico, e non quello che comune castagno.

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Perché è sorta questa tradizione? Si deve tenere la castagna della tasca della giacca per tutta la durata dell’autunno e dell’inverno, per allontanare il rischio di malanni. In alcune famiglie, il frutto non si tiene in tasca, bensì in altri luoghi, che possono essere il tavolo della scrivania dell’ufficio, la cucina, il cruscotto dell’automobile, oppure dentro la borsetta.

È stato scelta la castagna proprio per via delle sue caratteristiche salutari. La castagna matta, infatti, aiuta a combattere tosse e raffreddore, aiuta a contrastare l’asma e a lenire i dolori muscolari. Proprio perché non si può ingerire, la si mette accanto come portafortuna.

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Ovviamente, non c’è nessuna soluzione scientifica in tutto ciò, si tratta soltanto di una tradizione scaramantica tramandata da secoli. Un tempo si credeva che le proprietà del frutto potessero trasmigrare nell’organismo anche solo tramite contatto. Pura fantasia, ma comunque affascinante. Un retaggio culturale da recuperare in modo simpatico. Per tutte le persone scaramantiche, si tratta di un rito in più da applicare.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.