L’autunno è stagione di piogge. Quest’estate ce l’ha fatta decisamente dimenticare oltre che nelle caratteristiche atmosfere che produce anche per il suo peculiare odore.
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La pioggia è stato un fenomeno decisamente assente nell’estate appena trascorsa. Tutta la penisola ha sofferto moltissimo la siccità e gli eventi che hanno contrassegnato la stagione calda sono stati di portata tanto grave quanto inedita.
I fiumi hanno conosciuto la siccità così come i raccolti, le piantagioni e le coltivazioni. Con l’autunno le piogge hanno fatto il loro ingresso dirompente, al nord ci sono state inondazioni violente, nel centro Italia forti temporali hanno riportato alla memoria il classico odore della pioggia.
Se è vero come dice Proust nella Recherche che l’odore è il più potente stimolante per la memoria e per i ricordi, quello della pioggia è sicuramente capace di farci viaggiare indietro nel tempo. La rivista Nature riconduce l’odore della pioggia e la sua particolare gradevolezza ad un ricordo proveniente dai nostri antenati.
In particolare, nel periodo preistorico, quando l’uomo connotava di grande significato gli eventi naturali, l’odore della pioggia veniva associato a particolari rituali. C’è però una ragione scientifica alla base della gradevolezza e del senso di serenità che ci infonde l’odore della pioggia.
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La risposta è nella geosmina. La geosmina è un potente stimolante per il cervello, funziona come attivatore neuronale attirando l’olfatto. Nel 1964 due geologi australiani hanno deciso di studiare a fondo il fenomeno pubblicando i risultati delle loro ricerche sulla rivista suddetta.
Il nome conferito all’odore della pioggia è stato quello di “petricore” dal greco petra (pietra) e ichor (sangue degli dei). Hanno descritto questo odore come il frutto della reazione fra un particolare liquido emanato dalle piante in periodo di siccit, poi assorbito da rocce e terreno, e l’acqua piovana.
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Pertanto la geosmina situata sula superficie delle rocce risulta instrisa del particolare liquido che a contatto con la pioggia sprigiona il classico odore di pioggia. Questo odore è capace di emozionare e attivare il cervello per una specie di “ricordo ancestrale” risalente a quando l’olfatto era uno dei sensi su cui ci si affidava di più per interpretare i fenomeni naturali.