È possibile riciclare la plastica all’infinito? A quanto pare, sì, un nuovo studio ne rivela i processi: una speranza per il futuro.
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Siamo sommersi dalla plastica, un materiale duraturo, quasi incapace di biodegradarsi e in grado di scomporsi in miliardi di microplastiche. La terra ne è piena, così come i mari, invasi totalmente da plastiche e microplastiche. Secondo le stime, attorno al 2050, negli oceani avremo più plastica che pesci. Una situazione disastrosa per l’ambiente.
Una nuova ricerca, pubblicata sulla testata Nature Chemistry, lascia uno spiraglio di speranza. I ricercatori dell’Università di Boulder, infatti, sono riusciti a trovare una tecnica per riciclare la plastica all’infinito, scomponendo la comune plastica per poi forgiarla di nuovo, senza perdere le proprietà originali. Una tecnica davvero sbalorditiva che potrà essere messa in pratica al più presto da tutte le aziende di riciclaggio.
La plastica è molto difficile da riciclare, proprio perché tende a perdere le sue caratteristiche, ma anche perché è un materiale resistente al calore. Significa che, quando la plastica viene riciclata, questa si degrada, perdendo la compattezza e la qualità iniziali. Quando le industrie riciclano la plastica, trasformano un oggetto in un altro, quasi mai nello stesso.
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Una bottiglia di plastica, ad esempio, quando viene riciclata, difficilmente viene ritrasformata in un’altra bottiglia di plastica. È molto probabile che questa prenda altra forma, magari trasformandosi in un tessuto, oppure in una busta. Alla fine, dopo alcuni ricicli, sarà inutilizzabile, perché ad ogni trasformazione perde di qualità, e allora sarà smaltita in discarica.
Gli scienziati sono riusciti a fermare questo processo di degrado. Grazie alla tecnica della chimica reversibile, o chimica dinamica, sono riusciti a creare un materiale plastico che può essere trasformato all’infinito. Una bottiglia di plastica, tramite questo processo, può tornare ad essere una bottiglia di plastica, una volta riciclata, senza mai scomporsi e degradarsi. Si tratta di una rivoluzione nel campo della produzione di materiali in plastica e nello smaltimento della materia.
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La tecnica può essere adattata agli attuali impianti di riciclaggio e sfruttata non solo per la plastica, ma anche per altri materiali. Gli scienziati aprono dunque uno spiraglio di luce. Solo in questo modo riusciremo a non smaltire più la plastica nelle discariche. Certo, rimane il problema delle microplastiche attualmente presenti sul pianeta, queste sono ormai impossibili da recuperare ed eliminare.