Il silfio, si pensava fosse estinto ed invece…La scoperta sensazionale

Il silfio è una pianta dalle mille virtù e molto apprezzata nell’antichità, si pensa sia estinta, ma forse potrebbe non essere così

Il silfio, è una pianta molto nota nell’antichità, e che si è estinta. Cresceva nella zona costiera della Cirenaica. Veniva descritto come un finocchio gigante. Rappresentava la maggiore risorsa commerciale di Cirene, per l’utilizzo che se ne faceva in quel tempo, sia come medicinale che come spezia.

La pianta era così importante per l’economia del luogo, che divenne il simbolo della città tanto da essere riprodotta su alcune delle monete in uso in quel tempo. E’ la prima pianta di cui si ha una documentazione scritta sulla sua estinzione.

Il silfio sembra non essere estinto

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Antica moneta che riporta la pianta del silfio (panorama-numismatica)

Come pianta, è’ probabilmente riconducibile e catalogabile sotto il genere Ferula, un gruppo che racchiude molte specie che, un tempo, venivano utilizzate in campo medico. Nessuna di queste, però, possiede le stesse proprietà organolettiche del silfio.

La sua importanza era riconosciuta fin dall’antichità , tanto che Plinio il Vecchio, nella sua Storia Naturale, scriveva:

«Il laserpicio è una pianta straordinaria, che i greci chiamano silfio… la sua resina, chiamata laser, è molto usata come medicinale e viene venduta allo stesso prezzo dell’argento… A memoria di questa generazione un unico stelo è stato trovato lì e venne mandato all’imperatore Nerone».

Ultimamente, si è tornati a parlare di questa pianta, in seguito a una scoperta a dir poco, sensazionale. Sembrerebbe, secondo un farmacologo dell’Università di Istanbul, Mahmut Miski, specializzato in farmacognosia, lo studio, cioè, dei medicinali ricavati da piante e funghi, che il silfio sia ancora presente in natura.

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Ai piedi del monte Hasan, in Cappadocia, cresce un albero dai fiori gialli, che potrebbe essere riconducibile proprio al silfio. Era il 1983, quando Miski, mentre conduceva degli studi sulla ferula, chiese aiuto ai figli degli agricoltori della zona, perchè gli mostrassero dove poteva trovare queste piante.

I ragazzi lo condussero in un campo isolato, dove il bestiame non poteva pascolare. Lì, trovò delle piante dai fiori gialli, che producevano una resina dal sapore pungente. Il ricercatore scoprì che la pianta, secondo la letteratura dei primi del ‘900, si chiamava: ferula drudeana.

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In seguito ad alcuni studi, si è visto che le sue radici sono ricche di proprietà ed è come se in esse fossero contenute una combinazione di almeno una dozzina di altre piante medicinali. Nel 2012 il farmacologo, iniziò a notare la somiglianza con il silfio. Nel 2021 condivise le sue ricerche con il mondo, scrivendo un articolo sulla rivista Plants.

La ferula drudeana, ha caratteristiche simile al silfio. Cresce dopo grandi temporali ed è difficile da trapiantare. Anche se, i collaboratori di Minski sono riusciti, con una tecnica moderna che prevede di esporre i semi a condizioni ambientali particolari, a farla crescere in serra.

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