Ogni Stao nel mondo è rappresentato da una bandiera, può avere un solo colore, o, come quella italiana, tre: verde, bianco, rosso
Ogni stato, sia piccolo che grande, ha una bandiera che lo rappresenta. Un simbolo con caratteristice e colori propri della nazione che lo ha scelto e adottato. E’ un drappo di stoffa che porta colori e stemmi specifici che identificano, inequivocabilmente, un paese, e solo uno.
Il termine bandiera, deriva da banda, cioò striscia dipinta. Fin dai tempi antichi, si utilizzavano i vessilli, che venivano usati per riconoscere gli eserciti, i loro reparti, o certe casate nobiliari. Le bandiere, per come le conosciamo oggi, hanno avuto origine con le crociate. Si identificavano i luoghi di provenienza dei crociati con una croce di colore diverso.
La storia della nascita del Tricolore
Nel corso della storia, non ci sono state bandiere vere e proprie, utilizzate per riconoscere una nazione piuttosto che un’altra. L‘Italia, del resto, rimase divisa in piccoli staterelli per lungo tempo. E, proprio questi, issarono per la prima volta in nome di un popolo intero, e non da un sovrano, le bandiere.
Ogni repubblica ne aveva una sua: Genova, già dal 1218, sventolava la Croce di San Giorgio, rossa in campo bianco; Venezia, con il suo caratteristico Gonfalone di San Marco, e infine la Sicilia con la triscele e la testa della Gòrgone con i capelli fatti di serpenti.
Durante la Rivoluzione francese, la bandiera cominciò ad avere un significato diverso, e fu in quel momento che venne issato il primo Tricolore. Le piccole repubbliche presenti lungo lo stivale, con le varie campagne napoleoniche, si sgretolarono o confluirono nel Regno Italico, che durò fino al 1814.
Nel periodo del nostro Risorgimento, la bandiera cominciava ad essere avvertita, non più solo come un simbolo militare o dinastico, ma come simbolo di un popolo unito negli ideali di indipendenza e libertà.
Dopo in Congresso di Vienna, per circa tre decenni, la Restaurazione soffocò il nostro Tricolore, ma non sparì del tutto. Durante i moti dell’800, fu, infatti, innalzato a rappresentare quella libertà ricercata attraverso le rivolte mazziniane, durante le imprese dei fratelli Bandiera, e nelle sollevazioni all’interno degli Stati della chiesa.
I tre colori, verde, bianco e rosso, esprimevano la comune speranza che arricchiva anche i versi di alcuni poeti dell’epoca.
“Raccolgaci un’unica bandiera, una speme”,
scriveva, nel 1847, Goffredo Mameli nel suo Canto degli Italiani.
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Con la concessione delle Costituzioni, il 23 Marzo 1848, Carlo Alberto, proclamò la prima guerra di Indipendenza dicendo:
“(…) per viemmeglio dimostrare con segni esteriori il sentimento dell’unione italiana vogliamo che le Nostre Truppe(…) portino lo Scudo di Savoia sovrapposto alla Bandiera tricolore italiana.”
Il 17 marzo 1861 fu proclamato il Regno d’Italia e la bandiera rimase quella della prima guerra d’Indipendenza. Poichè non esisteva una legge adeguata in merito, alcuni stati realizzarono vessilli diversi dall’originale.
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Nel 1925 si definirono i modelli della bandiera nazionale e di quella di Stato. Quest’ultima, in particolare, oltre ai colori, avrebbe avuto in aggiunta la corona reale. Nel 1946, con la nascita della Repubblica, si stabilì in via provvisoria, quello che diventerà, nel 1947, inserita nella Carta Costituzionale, il nostro Tricolore.
L’allora Presidente Ruini pose ai voti la formula proposta alla Commissione:
“La bandiera della repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a bande verticali e di eguali dimensioni”.
La Commissione approvò all’unanimità la scelta siglando l’avvenimento con un lunghissimo applauso.