I nostri amici a quattro zampe riescono a fiutare anche lo stress negli esseri umani, vediamo qual’è il loro segreto
Quando vivono con noi degli animali domestici ci accorgiamo che ognuno di loro ha una propria personalità e, di conseguenza, anche i loro atteggiamenti sono diversi. I cani, rispetto ai gatti, sono molto affettuosi e ce lo comunicano seguendoci, scodinzolando, correndoci in contro ogni volta che torniamo a casa.
Ci annusano, si accoccolano vicino a noi mentre siamo sul divano, sono in grado di sentire le nostre emozioni ed i nostri stati d’animo. Sanno quando siamo arrabbiati, ma anche quando siamo tristi. Nel primo caso ci stanno alla larga ma nel secondo si avvicinano e magari ci leccano la mano. E non solo: perché secondo uno studio, possono anche fiutare quando siamo stressati.
Lo stress è una risposta fisiologica e psicologica a quelle circostanze nelle quali non ci sentiamo al sicuro, o all’altezza o fiduciosi delle nostre capacità. A volte non è facile uscire dalla propria zona di confort e affrontare situazioni sconosciute.
Possiamo però trarre delle risorse e capacità inaspettate, adottando così una risposta positiva accompagnata da una diminuzione della pressione sanguigna. Mentre una percezione negativa di inadeguatezza implicherà l’esperienza della paura, producendo molecole associate ad essa.
I tipici cambiamenti fisiologici sono: il rilascio di adrenalina e cortisolo nel flusso sanguigno, l’aumento della frequenza cardiaca, della pressione e della respirazione, con grosse difficoltà digestive.
I ricercatori di Belfast hanno condotto uno studio coinvolgendo quattro cani e 36 persone dalle quali hanno raccolto campioni di sudore e respiro, prima e dopo aver svolto un difficile problema di matematica.
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Hanno esaminato i loro livelli di stress ed anche i risultati ottenuti quando la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca erano aumentate. I cani hanno imparato a riconoscere i diversi odori rilasciati dall’organismo rilassato e sotto stress.
A ogni sessione di test infatti, li hanno riconosciuti. avvertendo la differenza. E’ il primo studio di questo genere e potrebbe essere utile quando si addestrano cani di servizio e cani da terapia. Aiuta anche a fare più luce sulla relazione tra l’animale e l’essere umano.
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La notevole capacità olfattiva di un cane è un mezzo per interagire con il suo ambiente. Il suo cervello ha un numero di cellule nervose olfattive 40 volte superiore alle nostre. Grazie a questo fiuto i cani sono stati addestrati per la ricerca ed il recupero di corpi umani in acqua. sotto la neve o tra i detriti.
Non solo, si addestrano anche per trovare corpi sotto la neve o tra i detriti, persino gli ordigni esplosivi. Alcuni cani sono stati in grado di percepire i cambiamenti chimici nel nostro corpo, ancor prima che noi stessi ne fossimo consapevoli.