Anche in Kenya si cede all’OGM, la causa è nelle variazioni climatiche

Ecco quali sono i motivi che hanno portato il Kenya a revocare il divieto di coltivare gli OGM. La causa? La variazione climatica

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Kilimangiaro (Foto Pixabay – Modifica Orizzontenergia.it)

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In questi anni la crisi climatica si è abbattuta in tutto il mondo e le conseguenze maggiori si stanno ripercuotendo in paesi più poveri come il Kenya. Il Paese africano, pur rilasciando in atmosfera meno dello 0,1% delle emissioni globali di gas serra, sta subendo l’impatto climatico con siccità e inondazioni a cui non riesce a far fronte. Nel 2011 i danni sono stati calcolati per circa 11 miliardi di dollari. E a maggio di quest’anno l’Oxafam e Save the Children hanno stilato il report Dangerous Delay 2: The Cost of Inaction nel quale si afferma che “in Kenya 3,5 milioni di persone stanno soffrendo la fame“. E proprio per far fronte a questa siccità, la peggiore degli ultimi 40 anni, il presidente Ruto ha revocato il divieto sulle colture geneticamente modificate.

Perché il Kenya ha aperto agli OGM

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Campo coltivato (Foto Pixabay – Modifica Orizzontenergia.it)

L’apertura del Kenya agli OGM è una mossa quasi disperata perché la speranza delle autorità è che con questa mossa i cittadini possano avere raccolti migliori e una maggiore sicurezza alimentare. Non si tratta di una novità del continente perché in Africa già tre Nazioni, Sud Africa, Egitto e Burkina Faso, avevano aperto alle varietà transgeniche, ma nel il paese del Presidente Ruto qualcosa era nell’aria perché il governo aveva precedentemente aperto alla commercializzazione di cotone OGM prima e poi all’utilizzo di manioca generalmente modificata.

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Questa nuova legge, che ha lo scopo di rispondere alla necessità di aumentare i raccolti fortemente colpiti dalla siccità e, oltre ad autorizzare la coltivazione, ha permesso l’importazione di colture geneticamente modificate, cancellando il divieto imposto a novembre 2012.

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Non sono mancati i problemi perché questa nuova legge ha trovato molte opposizioni da parte di molti parlamentari, produttori locali e organizzazioni ambientalistiche che temono che l’introduzione di questi prodotti possano contaminare i prodotti locali. Non bisogna dimenticare, infatti, come gli OGM sono resistenti ad alcuni pesticidi ma soprattutto producono tossine che le rendono immuni ai parassiti mentre al momento non ci sono prodotti che possono resistere alla siccità. Senza dimenticare che questi non producono sementi e i contadini dovranno acquistarli di nuovi ogni stagione, a prezzi non prezzo calmierati. Merito anche di un accordo, del 2020, tra Donald Trump e Jomo Kenyatta, attivista e politico anticolonialista keniota che aveva spinto il Kenya a revocare il divieto di importazione del grano americano.

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