Ritorna l’Iditarod Race, una corsa sportiva di cani da slitta che ogni volta provoca la morte di decine di animali.
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Sembra assurdo, eppure anche quest’anno riparte l’Iditarod Race, una corsa da cani da slitta davvero pericolosa, perché provoca la morte di numerosi cani. L’edizione 2022 è addirittura sponsorizzata dalla Formula 1. L’Organizzazione Internazionale per la Protezione Animali (OIPA) protesta con gli organizzatori, definendo la competizione uno sport crudele.
Sembrerebbe una sana corsa sportiva, divertente anche, eppure ogni volta provoca la morte di decine di cani. Come documenta l’OIPA, i cani vengono allevati in condizioni estreme e sfruttati, e durante le gare sono esausti, si feriscono e si ammalano. Molti di questi muoiono. Un evento che bisogna assolutamente bloccare.
Si tratta di una gara di cani da slitta che annualmente, a inizio marzo, si tiene in Alaska. Questa, parte da Anchorage e raggiunge la città di Nome. Ogni team è composto da una dozzina di cani guidati da un conducente, il musher. I cani percorrono una distanza di circa 1700 km in dieci giorni, sfidando ogni condizione meteo, tra cui bufere, tormente di neve e temperature proibitive.
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Nata come percorso postale per prestare soccorso, nel 1973 l’Iditarod Race è diventata un gara molto competitiva. I cani da slitta, per partecipare alle gare, vengono allevati in condizioni atmosferiche estreme. Secondo le fonti, vivono lontani dagli altri simili e non possono socializzare.
Inoltre, trascorrono le giornate in catene, per poi poter dare il massimo dello sprint durante le corse. Cani che soffrono a livello fisico e mentale, e per che cosa? Nel corso degli anni, secondo le indagini di OIPA, sono stati più di 150 i cani deceduti durante la competizione, morti per le ferite riportate, morti di fatica, morti di infarto.
Senza contare tutti quegli animali deceduti prima o dopo le gare, durante gli allenamenti o nei periodi di riposo, perché tenuti in condizioni fisiche e psicologiche estreme. I cani troppo anziani, che sopravvivono alle corse, hanno vita breve comunque, poiché, come è stato dimostrato da esami medici, riportano danni ai polmoni, ulcere, gastriti, problemi cardiaci e molto altro ancora.
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Insomma, dopo aver trascorso una vita di sofferenza, questi poveri animali non si riprendono più. È assurdo pensare che persino la Formula 1 decida di sponsorizzare questa crudeltà. Occorre fare qualcosa, bisogna assolutamente fermare questa inutile competizione, organizzata solo per il divertimento dell’uomo. È priva di ogni senso logico, una barbarie che nel 2022 non dovrebbe più esistere. Speriamo che il monito di OIPA abbia effetto.