Nonostante sempre più persone siano contrarie alla Corrida, i numeri evidenziano che si tratta di un fenomeno in netta crescita
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Ogni Paese ha le sue tradizioni. Tradizioni che possono svariare in più campi: ci sono quelle culinarie, quelle culturali, quelle legate al culto. In Italia, per fare degli esempi, a Natale si fa il Presepe mentre il classico albero è una tradizione importata dai paesi nordici. Alcune poi sono capite da tutti, e altre meno.
E tra quelle meno tollerate c’è la Corrida, ovvero la lotta degli uomini contro i tori in specifiche arene. Uno sport, se così si può definire, seguito molto in Spagna (e anche nel Sud Francia) e che è entrata di diritto nel folklore iberico. Ma, nel 2022, serve ancora questa terribile pratica?
Corrida che come funziona
La Corrida si svolge all’interno di un’arena circolare e prevede ben sei combattimenti, durante i quali tre matadores affrontano due tori ciascuno. Ma non è finita perché ognuno di loro ha cinque uomini a cavallo o a piedi. Questa attività, poi, si divide in tre fasi: tercio de varas, tercio de banderillas e tercio de muleta.
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Nella prima fase l’animale viene incitato con il capote de brega, ovvero il mantello rosso a forma di cappa con il quale il torero prova a innervosire il toro e indurlo alla caricare. Quando ciò avviene intervengono i picador che deve colpire con la pica, un’asta in legno con una punta in metallo, dietro il collo dell’animale. Questa barbara azione ha lo scopo di indebolirlo. Dopo di ciò inizia il tercio de banderillas, alcuni di questi cavalieri gli vanno incontro per conficcare sulla schiena delle banderilla, ovvero un’asta con un rampone sulla punta.E infine c’è la muleta, ovvero quella guerra a tu per tu tra il matador e il toro. E’ la scena più famosa con il protagonista che regge il drappo rosso, la muleta, in una mano e nell’altra la spada con la quale ucciderà il grande animale svenuto.
Una pratica davvero crudele visto che il toro viene ucciso solo per spettacolo, come se fosse un incontro disputato nel Colosseo ai tempi di Giulio Cesare. Ma la corrida è considerato a tutti gli effetti una tradizione e nonostante i tentativi di abolirla, come quella del Parlamento Catalano del 2011. Un divieto che fu abolito, 5 anni più tardi, perché ritenuto incostituzionale. Il motivo? La corrida è considerata, grazie alla legge del 2 novembre 2013 numero 18, patrimonio culturale. Ovvero la stessa legge che promuove questa attività, vietando ogni iniziativa proibizionista. Ma nella comunità catalana l’ultima corrida è stata registrata a fine 2011.
Corrida, numeri preoccupanti
Negli due anni però i numeri di questa sport tradizionale sono in ripresa e, il 2022, la Corrida è rinata dopo la pandemia del Covid-19. L’8 maggio, a Las Ventas, si è tenuta addirittura la corrida inaugurale del Festival di San Isidro, uno dei più importanti della Spagna. Durante questa manifestazione se ne sono tenute ben 28 consecutive che hanno portato alla morte di 178 tori uccisi. In base ai dati diffusi dalle società organizzatrici rispetto a marzo 2019 si sono svolte il 60% in più di queste manifestazione. Mentre rispetto ad aprile dello stesso anno il 100% in più. Per non parlare del grande giro di soldi: 1,3 miliardi per l’organizzazione.
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Ma nonostante i biglietti delle corride siano stati eliminati dalle vendite on line e dai buoni cultura per i giovani, e nonostante molte città si rifiutano di ospitare questi eventi, fermare la corrida sembra essere un’impresa davvero impossibile. Colpa delle tantissime pressioni da parte degli allevatori e delle resistenze dei tradizionalisti.