Il cambiamento climatico minaccia di attaccare anche le colture di vite. Uno studio dell’Inrae spiega le conseguenze dell’innalzamento delle temperature sulla produzione vinicola.
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Il cambiamento climatico ha messo a dura prova l’ecosistema del pianeta, l’atmosfera, l’idrosfera, la geosfera, la litosfera e la biosfera. La siccità ha interessato fiumi e laghi con conseguenze nefaste per raccolti e produzione agricola.
In altre zone del globo si sono verificate invece condizioni avverse di tipo contrario: alluvioni e piogge torrenziali hanno ugualmente distrutto raccolti e vanificato il lavoro di interi mesi. Oggi parliamo del destino della vite e del vino.
Cambiamenti climatici: quale impatto sul vino?
I sigle dei vini (Dop, Doc, Docg, Igp, Igt) nascono come segno identificativo dell’origine e della provenienza, e quindi delle caratteristiche climatiche e ambientali della zona, del vino che andiamo ad assaporare. Sono strumenti utili alla tutela delle zone in cui le colture hanno origine oltre che allo scopo identificativo.
Secondo uno studio pubblicato dall’Inrae (Institut national de la recherche agronomique ), l’innalzamento delle temperature porterà nel breve termine alla scomparsa della metà delle zone destinate alla coltivazione della vite. Il danno è primariamente ambientale, in secondo luogo economico.
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Ciò che andrebbe perso, parliamo ad esempio della Lombardia, sarebbe un export vinicolo dal valore di 284 milioni di euro, per fare un esempio. Con il cambiamento climatico le colture di vite dovranno spostarsi verso l’alto, in montagna, per mantenere inalterate le caratteristiche biochimiche dell’uva.
Ne va della veridicità delle sigle stesse. Un minimo cambiamento di temperatura incide infatti sulla crescita della pianta. La temperatura del globo è aumentata di due gradi centigradi e ciò ha esposto la vite a infezioni e parassiti da cui prima era immune. Anche l’utilizzo dei pesticidi andrà quindi incontro a grossi cambiamenti.
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Spostare le viticolture in montagna non è un’operazione esente da rischi: in questo modo si andrà a interferire con l’ecosistema montano istallando sistemi di irrigazione necessari alla crescita della vite, per dirne una. La soluzione al momento sta nel “diversificare”, nell’alternare, cioè, vitigni preesistenti a colture di specie di vite più adatte alle nuove condizioni climatiche. Si stima che metà della produzione di vini andrà perduta nei prossimi anni.