La natura è incredibile, scopri cosa fanno le foglie di questa pianta, la Stromanthe sanguinea e perché sembra che preghi
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La Stromanthe sanguinea è una pianta da interni caratterizzata da foglie lunghe con screziature bianche e venature rossastre. Questa caratteristica la rende particolarmente apprezzata come elemento di arredo. La texture delle foglie crea infatti una sorta di decorazione.
Ma la capacità più incredibile di questa splendida pianta da interni, è un’altra. Ha infatti una strana caratteristica per cui è stata soprannominata la pianta che prega. Riesci a indovinare il motivo di questo soprannome?
Come curare la pianta che prega, la Stromanthe sanguinea
Prendersi cura di una Stromanthe sanguinea è piuttosto semplice. Si tratta di una pianta che va tenuta all’interno dell’appartamento e non sul balcone. Una volta scelto il posto giusto, con una luce moderata, il vaso non deve essere più spostato.
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Il substrato della pianta deve essere sempre fresco per cui è necessario irrigare piuttosto spesso. Bisogna bagnare lentamente ed evitare ristagni: farlo terrà lontani anche gli insetti! In estate è bene rinfrescare la pianta quotidianamente con un nebulizzatore. Ricorda che idratare la tua pianta vuol dire farla stare meglio ma esagerando si rischia la formazione di cocciniglia e altri parassiti.
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Per quanto riguarda il terreno, la combinazione ideale è mescolare 50% di terreno universale con 50% di terriccio specifico per acidofile. Spesso si sottovaluta il fatto che la salute della pianta passa, necessariamente, attraverso il terreno. Bisogna concimare al massimo 4 volte l’anno con concime generico o per piante verdi.
La riproduzione avviene anche per divisione. Nell’effettuare questa operazione delicata è consigliabile usare anche dell’argilla. Tornando alla curiosità iniziale, la Stromanthe sanguinea viene soprannominata la pianta che prega per un movimento che fanno le foglie.
La sera infatti, per conservare la giusta umidità, le foglie della Stromanthe sanguinea tendono a sollevarsi e ad avvicinarsi tra loro come quando noi giungiamo le mani tra di loro per fare una preghiera.
