Omar di Felice il ciclista che ama l’estremo e definisce la solitudine come la condizione in cui riesce a dare il meglio di sè
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Omar di Felice, anno 1981, nasce a Roma da mamma algerina. Si innamora presto del ciclismo, guardando Pantani che conquista i passi alpini più alti. Passa così i suoi 14 anni, incollato alla tv con il Pirata che si alza sui pedali e conquista tappe dopo tappe.
E’ l’inizio del suo grande amore per la bicicletta. Omar, nel 1995, si tessera con la Ciclistica Nettunese, iniziando la sua carriera agonostica. Il talento è subito visibile, ma, una volta diplomato, lascia l’agonismo e si dedica agli studi universitari in design.
In sella alla sua bici Omar tocca con mano i cambiamenti climatici
Si laurea ed inizia a lavorare come grafico, ma la sua passione per la bicicletta non finisce. Nel 2003 ritorna a gareggiare nel gran fondo con un team amatoriale dell’area romana. Nel 2005 il team Sintesi Scott, lo ingaggia nella loro formazione che, nel panorama amatoriale, è una delle più forti.
Decise, in seguito, di ritornare tra le fila dei professionisti e, grazie al suo doppio passaporto, debutta in una squadra sotto la bandiera algerina. E’ il 2006, ma è un periodo sfortunato per Omar, che deve affrontare diversi problemi di salute.
Nel 2020 è in Mongolia, bloccato dalla pandemia. Si dedica, così, alla scoperta del territorio, in attesa di poter tornare in Italia. Attraversa, poi, l’Himalaya e il campo base dell’Everest, dedicando la sua avventura alla compagna di vita.
Da allora, le sue sfide si sono moltiplicate e sono state sempre piuttosto estreme. E’ nel 2013 che comincia la sua avventura nei paesi freddi. Raggiunge Capo Nord, affronta l’Artic Highway, tra Whitehorse e Tuktoyaktuk in Canada, e nel 2020 ancora l’Islanda e la Mongolia.
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Omar Di Felice è conosciuto anche come il ciclista del freddo. Su Instagram, nella pagina ufficiale di Lifegate, si legge la sua nuova avventura, che lo ha portato ai confini estremi del mondo:
“In sella alla mia bicicletta tocco con mano gli effetti della crisi climatica”
ci spiega Omar che, avendo una particolare sensibilità verso l’ambiente in cui vive, rende i suoi viaggi una testimonianza reale di ciò che sta succedendo nel mondo a livello climatico. Il suo linguaggio è semplice, ma efficace, perchè poggia sulla sua esperienza e sul confronto attento e aperto con gli scienziati e gli esperti del settore.
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Il suo impegno lo ha portato ad affiancare il Parlamento Europeo in Italia con la campagna #vogliounpianetacosì, la quale, grazie alle storie di sportivi, attori e persone comuni, cerca di sensibilizzare i cittadini su ciò che si può fare per salvare il nostro Pianeta.