L’empatia è prima di tutto una capacità umana, in alcuni più sopita che in altri. E se vi dicessimo che è possibile allenarla guardando un semplice film d’autore?
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L’empatia è uno stato mentale che consente di mettersi nei panni dell’altro arrivando a vestirne la condizione esistenziale momentanea. La radice e l’etimo del termine sono di derivazione greca: per empatia si intende letteralmente la capacità di sintonizzarsi, entrare, essere nella sofferenza, nel patimento, nell’emozione dell’altro (en + paschein).
Oggi vi sveliamo un piccolo allenamento cerebrale in grado di stimolare la connessione empatica fra essere umani: andare al cinema. Sembra incredibile eppure è vero, guardare un film risveglia la nostra capacità di sintonizzazione emozionale.
Allenare l’empatia: le neuroscienze indicano la via
Il fenomeno empatico ha innanzitutto una spiegazione scientifica. Al di là della possibilità di esercitare il “muscolo empatico” direttamente al cinema, quello dell’empatia è un meccanismo in atto quotidianamente. Vi siete mai accorti di quanto il volto umano sia portato ad imitare le espressioni di chi ha difronte?
Sarà capitato anche a voi di vedere una scena di un film in cui un personaggio piange e trovarvi a dover trattenere anche voi le lacrime. Lo stesso accade con la comunemente nota “risata contagiosa“, o con lo sbadiglio. Ma come può una risata contagiare, uno sbadiglio essere trasmesso e la tristezza affiorare semplicemente sul nostro viso?
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I fedeli emissari a servizio dell’empatia hanno un nome, si chiamo “neuroni a specchio“. I neuroni a specchio sono , per l’appunto, dei neuroi, scoperti nella seconda metà degli anni ’90 del 900 aventi la capacità di stimolare cerebralmente l’imitazione, per così dire, dei comportamenti di chi abbiamo di fronte.
A corroborare questa tesi c’è lo studio di recente pubblicazione di Emanuele Castano, ricercatore e professore del Dipartimento di psicologia e scienze cognitive all’Università di Trento. In nuce, lo studio rivela e sostiene che guardare film d’autore consenta di comprendere al meglio gli stati mentali di chi abbiamo innanzi.
Lo studio sperimentale ha coinvolto 300 persone, contattate da remoto, negli USA. I partecipanti avevano l’indicazione di guardare i primi 20 minuti di alcuni film da grande schermo (come “Pirati dei caraibi”, ad esempio) o alcuni film d’autore (come “Il pianista”).
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Nel guardare un film d’autore, data la maggiore complessità psicologica dei personaggi e dell’intreccio del racconto, si innesca un vero e proprio allenamento di rappresentazione degli stati mentali dei personaggi, ci dice lo studio. In questo modo va da sè che a migliorare le proprie prestazioni nel lungo termine è proprio l’empatia.
L’empatia, sostiene Castano, è una capacità che nel corso dell’evoluzione umana ha giocato un ruolo di prim’ordine nel consentirci di sviluppare e migliorare le capacità di socializzazione che ci contraddistinguono come civiltà e specie. La capacità di entrare nella mente altrui cercando di interpretare stati mentali ed emozioni, è definita in psicologia “teoria della mente”.