Con l’autunno la natura ci regala un frutto particolare, di un arancione vivace e dalla polpa morbida e succosa
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Il caco è un frutto tipicamente autunnale. Appartiene alla Famiglia delle Ebenaceae. E’ conosciuto con diversi nomi, quali Mela d’Oriente, Dispero o, più raramente Loto. La sua è una storia millenaria, che arriva a noi dalla Cina.
Il frutto è polposo e dolce. Arrivò in America ed Europa nel XIX secolo. Una delle leggende che lo contaddistinguono, è quella di Hiroshima. Si dice, infatti, che nel 1945, durante il bombardamento gli unici a sopravvivere alla bomba atomica furono proprio 2 alberi di caco. Da qui l’appellativo alberi della pace.
Il caco è anche conosciuto come cibo degli dei, ma anche come l’albero dalle Sette Virtù, le quali erano, secondo un’antica leggenda, longevità, l’ombra, la mancanza di nidi, l’assenza di tarli, il verde delle foglie, la resistenza al freddo, la creazione del concime con i frutti caduti.
In Italia le prime coltivazioni, secondo alcune fonti, partirono nei primi anni del ‘900, in particolare nel Sud Italia. Si estesero poi lungo tutta la penisola, ma ancora oggi i più pregiati e buoni sono quelli siciliani. Sono un prodotto di eccellenza esportato in tutto il mondo.
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E’ un frutto da gustare quando la sua polpa è matura. Metterlo vicino a delle banane accellera il processo di maturazione, nel caso in cui i cachi fossero ancora un poco acerbi. Oppure possiamo ottenere lo stesso risultato mettendoli tra alcune mele, meglio se al buio. Queste, maturando, rilasciano acetilene ed etilene, due gas che danno ai cachi una nota zuccherina.
Un detto popolare tramanda che, se piantiamo il frutto del caco nel nostro giardino, ci porterà fortuna e benessere economico. Ma il frutto nasconde in sè un’altra particolarità che piace moltissimo ai bambini.
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I semi che troviamo nella polpa, nascondono un segreto. Se li prendiamo e li dividiamo a metà, al loro interno troveremo delle piccole sagome di colore chiaro, e che rappresentano un cucchiaio, una forchetta e un coltello.
I contadini, un tempo si affidavano proprio a queste forme per prevedere come sarebbe stato l’inverno. Infatti, se trovavano un cucchiaio, l’inverno avrebbe avuto abbondanza di neve, con il coltello l’inverno sarebbe stato freddo e secco, mentre la forchetta suggeriva un inverno mite e insolito.